di Antonio Vizioli
Negli ultimi anni un’ombra sinistra si è allungata tra i corridoi accademici delle università americane: l’antisemitismo.
Dal 7 Ottobre il sentimento antiebraico negli States sembra aver avuto un forte aumento, e gli ultimi eventi verificatisi nei principali collage statunitensi preoccupano, e non poco. Secondo un rapporto dell’Anti-Defamation League (ADL) già nel 2020 negli Stati Uniti sono stati segnalati 251 atti di antisemitismo nelle università, in aumento sui 157 segnalati nel 2019.
Un sondaggio condotto dall’ADL ha rilevato poi che il 44% degli studenti ebrei negli USA ha sperimentato sulla propria pelle almeno un incidente antisemita durante l’anno accademico 2019-2020. Il virus della propaganda di Hamas si diffonde con successo nelle università statunitensi, da diversi mesi a Yale come alla New York University e alla Columbia, dove i manifestanti pro Palestina assediano i luoghi della cultura e allestiscono accampamenti di protest. La guerra a Gaza infiamma gli atenei americani, conquistando studenti e – quel che è ancora più grave – i docenti.
Le Università viste come luoghi del sapere e del confronto civile, nel mondo occidentale sono purtroppo solo una reminiscenza.
In Italia i sostenitori della causa palestinese con la protezione dei loro cattivi maestri hanno trasformato le istituzioni della cultura in centri di diffusione del pensiero unico: quello terrorista di Hamas.
A Torino, a Roma e a Napoli i collettivi di sinistra hanno occupato con bieca violenza i rettorati per imporre la cancellazione di ogni collaborazione scientifica e culturale tra gli atenei italiani e le università israeliane.
Nel contesto delle istituzioni accademiche di prestigio l’Università di Yale emerge come simbolo di eccellenza. Nata nel 1701 nella città di New Haven, Connecticut, e fondata da un gruppo di religiosi puritani, è oggi la terza più antica istituzione di istruzione superiore negli Stati Uniti d’America. La sua l’impronta puritana è rimasta nel motto universitario. Alcuni illustri studenti di teologia, in particolare nel New England, consideravano la lingua ebraica una lingua classica al pari del greco e del latino, ed essenziale per lo studio dell’Antico Testamento in lingua originale. Il reverendo Ezra Stiles, presidente del college dal 1778 al 1795, diffuse l’interesse per l’ebraico, presentandolo come un modo per imparare i testi biblici antichi.
Stiles fu il responsabile del motto dell’università “Urim ve Tummim”, inciso sulla bandiera ufficiale. Urim Ve Tumim, che sta a significare in italiano “Luce e Verità”.
Oggi negli USA lo scenario universitario non sembra tanto diverso da quello italiano, anzi è molto preoccupante. Cori e slogan vengono urlati dai manifestanti, che ripetono come una cantilena le frasi che incitano all’intifada, che invocano il 7 Ottobre fino a dichiarare auspici per la distruzione d’Israele.
In diverse Università a molti studenti e professori ebrei è stato vietato di entrare all’interno degli atenei, proprio come avvenne nel 1938 a Vienna, quando in gruppo di Nazisti bloccò l’accesso all’Università a studenti di religione ebraica: si sono formate catene umane ne hanno vietato l’accesso, e addirittura una ragazza ebrea proprio a Yale è stata colpita ad un occhio con una bandiera palestinese.
Per disinnescare l’ondata di odio e per evitare altri attacchi antisemiti, la Columbia University ha deciso dunque che tutte le lezioni verranno svolte da remoto.
Il clima d’odio che si respira negli USA è inquietante, mai si era assistito a tale vile violenza contro gli ebrei. Il presidente Biden condanna gli attacchi antisemiti, ma ne è in parte anche responsabile, assieme a buona parte del Partito Democratico che ha strizzato l’occhio a ideologie sempre più estremiste e totalitarie. Ne uscirà sconfitta ancora una volta la democrazia e la pluralità di pensiero.
Ne uscirà spaccato anche il Partito Democratico Americano?
Vedremo: a fine anno ci saranno nuove elezioni e Trump tuona: “Gli ebrei che oggi votano per il partito democratico odiano Israele e la loro religione”.
Molti donatori che erogano fondi per l’Università hanno rinunciato a futuri finanziamenti in segno di protesta per quello che è accaduto contro gli studenti ebrei, ma la lista di finanziatori è lunga e poco rassicurante, bastino citare “benefattori” come l’Arabia Saudita, il Qatar, la Cina…
Per ora abbiamo un solo vincitore, Hamas. La sua accurata propaganda riesce a distruggere “ la Luce e la Verità”, e anche se sono scattati i primi arresti contro centinaia di manifestanti violenti, il virus antisemita si diffonde e fa proseliti negli atenei che un tempo erano i luoghi della cultura e della formazione, strumenti necessari per la lotta contro la mistificazione e rivisitazione degli eventi e contro la barbarie.
Articolo importante! Troppi accademici stanno facendo finta di nulla, nascondendosi dietro un paravento di malafede che chiamano antisionismo! La verità è che serpeggia un vergognoso antisemitismo! Un sentimento irrazionale che disonora le nostre università!
È una vergogna il comportamento di molti accademici e rettori di Università . Antisemitismo o , in alcuni casi , viltà e ignavia
Un ottimo articolo che apre uno spaccato tragico su come molti del mondo accademico non solo in europa ha per troppo tempo ignorato che il seme dell’antisemitismo è sempre fecondo . Tanti prezzolati accademici hanno elucubrato sul temine sionismo o antisionismo dimenticando colpevolmente la lezione di Martin Luther King
La storia insegna ma ha pessimi studenti… frase fatta ma sempre attuale. Ricordo anche io i “compagni di avanguardia operaia” ed i magistrati e menomale che solo stati cancellati dalla storia
I maoisti e non i magistrati anche se alcuni con idee certamente non democratica sono diventati magistrati