Cagliari, il Piccolo Museo di Cultura Ebraica

di Chiara Medinas per la testata on line CHmagazine

Come in qualsiasi altra parte del mondo, la storia mostra che qualunque avvenimento lascia una traccia del suo passaggio, piccola o grande che sia. Un insegnamento che coinvolge anche la questione degli ebrei in Sardegna, la cui presenza iniziò ad essere documentata a Cagliari dal XIV secolo d.C. e che oggi concentra la propria memoria nel quartiere di Castello, sede del Piccolo Museo di Cultura Ebraica (MUCE).

Inaugurato l’11 novembre 2022 nel cuore storico del capoluogo, il Piccolo Museo di Cultura Ebraica nasce dall’impegno e costanza dell’Associazione Chenàbura, attiva da oltre 10 anni nella riscoperta della presenza ebraica nell’isola. Uno zelo che unito a donazioni di soci e sostenitori di passaggio ha permesso al MUCE di accrescere gradualmente il proprio repertorio e di accogliere circa un centinaio di oggetti sulla comunità giudaica sarda.

Dando un assaggio di diversi ambiti della religione ebraica, la suggestiva esposizione del MUCE emana spirito di devozione, tradizione, ma soprattutto identità. Libri di preghiere, vestiario tipico e segni conosciuti come il candelabro a 7 bracci detto “Menorah”, – simbolo dell’ebraismo – si accompagnano a oggetti più peculiari come per esempio il “Channukià”, candelabro a 9 bracci acceso per l’Hannukah o “Festa delle Luci”. Celebrata in coincidenza con il Natale cristiano, tale festività rievoca un miracolo che racconta di come gli ebrei sotto il dominio ellenistico si ribellarono alle imposizioni al proprio culto. Dopo aver vinto i nemici, essi si resero conto che durante la battaglia il loro Tempio era stato distrutto e che la “Menorah” lì presente si era spenta, fattore che spinse a riaccenderla con l’unica boccetta di olio a disposizione. Malgrado la quantità insufficiente per i 7 bracci, con stupore il liquido bastò finché non giunsero emissari con olio di scorta.

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Una testimonianza significativa, alla quale si affianca anche il repertorio espositivo su Pèsach, la Pasqua ebraica celebrata tra marzo e aprile. Della durata di 1 settimana, la ricorrenza ricorda la fuga degli ebrei dall’Egitto, atto così improvviso che non permise la produzione del pane fermentato. Proprio a tale pietanza – che gli ebrei mangiano per tutto il periodo pasquale – si lega per esempio il cosiddetto “Piatto di Pèsach”, formato da spazi con parole ebraiche corrispondenti a cibi specifici. Usato durante la cena comunitaria della prima sera di Pèsach, il piatto viene riempito con vari alimenti come uova, erbe amare e zampino. Un pasto consumato in piccoli pezzi distribuiti a tutti, accompagnati da vino e dalla lettura di passi della Bibbia sull’esodo ebraico.

Al netto della nutrita collezione di oggettistica, il MUCE rivela anche un interessante patrimonio librario, dalla “Sefer Torah”, – tradizionale Bibbia ebraica letta quotidianamente con un’asticella per tenere il segno – al testo sull’esoterismo chiamato “Zoar”. Nel museo un posto d’onore è inoltre occupato dal “Talmud”, raccolta di tutte le interpretazioni della Bibbia da parte di studiosi ebraici e definita codice di comportamento dal Presidente dell’Associazione Chenàbura Mario Carboni: “I saggi ebrei hanno fatto un lavoro meticoloso; la Bibbia non è solo un libro religioso, ma anche un codice. Prima le comunità ebraiche avevano, e hanno ancora, il Tribunale ebraico che giudicava secondo il Talmud. Quindi questo libro è importantissimo perché era come un codice religioso, ma anche di comportamento.”

Il Piccolo Museo di Cultura Ebraica si trova a Cagliari, in via Alberto Lamarmora 88. Aperto il lunedì e giovedì dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30, mentre martedì e mercoledì solo mezza giornata con orario 9:30-13:30. Visitabile gratuitamente su prenotazione inviando un messaggio WhatsApp al numero 339.6928227 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail chenabura@gmail.com.

One thought on “Cagliari, il Piccolo Museo di Cultura Ebraica

  1. Grazie della pubblicazione di questo bell’articolo su di noi Chenàbura.
    Mi corre l’obbligo di ricordare che è stato scritto alla giovane giornalista Chiara Medinas per la testata on line CHmagazine che ha visitato la nostra sede e che ringraziamo ancora per la sua professionalità ed amicizia Presidente Mario Carboni

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