di Giuseppe Crimaldi
I vuoti di memoria sono un po’ come i vuoti d’aria: mettono paura. Dimenticando che Israele è stato attaccato nel più brutale dei modi il 7 ottobre, il ministro della Repubblica italiana Guido Crosetto ha affermato a Milano: “Ho l’impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro. Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico”. Ha anche aggiunto che, a suo comodo modo di vedere, dalla morbida poltrona che occupa al ministero della Difesa, di essere convinto che Israele dovesse sì risolvere il problema con Hamas,nma che questa cosa andava affrontata in modo diverso. Come, non lo ha spiegato.
Fanno male le parole di un ministro della Repubblica di un governo che si dice al fianco d’Israele. E fanno tanto più male se arrivano dal titolare della Difesa, un uomo avvezzo alle mappe che indicano le crisi militari globali. Le avesse pronunciate un qualche leader dell’opposizione italiano, si sarebbe gridato allo scandalo. Invece a pronunciarle è stato Crosetto, politico navigato e sempre moderato e attento all’intelocuzione. E questo ci deve preoccupare. Solo ieri il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha usato termini ben diversi, di attenzione e vicinanza agli israeliani e agli ebrei di tutto il mondo per la deriva antisemita e antisionista che sta crescendo con un’onda lunga ovunque.
In attesa di una parola – almeno una – da parte del premier Meloni, che faccia chiarezza sulla linea di politica estera del governo italiano, ci auguriamo che esponenti tanto importanti dell’esecutivo italiano contino almeno fino a tre, prima di accusare Israele di seminare odio.