Niente di nuovo sotto il sole: non illudiamoci. Dove sono le legioni di studenti universitari incazzati contro Israele, le falangi della premiata ditta Fratojanni-Bonelli, gli stormi dei centri sociali, le galassie antagoniste quando si tratta di manifestare contro i conflitti dimenticati del mondo?
E ce ne sono, ah se ce ne sono…
Un conflitto dimenticato dai più che sta provocando milioni di sfollati, migliaia di morti: la guerra in Sudan che vede contrapposti due eserciti di pari forza, quello regolare del generale Al-Burhan contro i paramilitari del generale Mohamed Hamdan Dagalo, va avanti da ormai nove mesi e sta lacerando un Paese ricco di storia e cultura. Negli ultimi tempi, nelle zone controllate dall’esercito regolare di Burhan, c’è una caccia alle persone provenienti dall’Ovest, dal Darfur. L’esercito chiede ai civili di impugnare le armi. Esistono comitati di civili che chiedono a tutti i sudanesi di non accettare, ma le voci pacifiche fanno fatica a farsi sentire in mezzo ai rumori della guerra.
E l’Onu? Si è mondata forse la coscienza adottando qualche inutile risoluzioncina: certificando così la propria inutilità. Lo andiamo dicendo da tempo: oggi più che mai servirebbe una rifondazione dell’organo sovranazionale che – sulla carta – dovrebbe risolvere i guai planetari, che non si fermano certo a Gaza.
Ma di conflitti regionali che si trasformano in tragedie epocali, oggi, ce ne sono molti altri. Sono le guerre di cui non si parla, conflitti che ricevono poca o distratta attenzione dall’opinione pubblica e dai media di un Paese europeo occidentale come l’Italia (ma non solo l’Italia).
Dal Congo al Camerun, il Burundi, la Repubblica Centrafricana. Sono queste le crisi e le guerre dimenticate che ancora oggi continuano a fare morti e feriti. Ma nonostante questo, grazie anche al silenzio assordante dei media, non riescono ad ottenere un concreto sostegno internazionale. La lista completa comprende anche Mali, Etiopia, Venezuela e la guerra in Libia.
proprio vero, che tristezza , bravissimo Giuseppe , una delle poche voci libere di testimonianza
Va di moda tra i razzisti bobo dello spritz di avere come unico argomento l’odio per israele il resto a loro dire è fuffa .. grazie a -io non siamo come loro . Ottimo articolo chapeau