«In questi 10 mesi abbiamo respirato più odio che ossigeno. Sul piano politico, servono passi progressivi, il cessate il fuoco, una tregua, la restituzione degli ostaggi e dei prigionieri politici. Poi una soluzione politica della questione palestinese, altrimenti le tregue saranno solo temporanee». Lo ha detto padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, intervistato dal Qn sulla ripresa del dialogo per il cessate il fuoco.
(Padre Francesco Patton)
«Ai palestinesi non si può dire ‘abbiamo pensato questo per voi’, come una imposizione dall’alto. Le leadership israeliane e palestinesi, le attuali o le future, si devono parlare e i soggetti locali devono raccordarsi a quelli internazionali», l’invito di Patton. Il custode di Terra Santa poi aggiunge: «I palestinesi stessi trovino una voce, una forma di sintesi tra la Anp e la realtà di Hamas. Israele i negoziati per gli ostaggi con chi li fa? Con Hamas… che abbiano un approccio pragmatico altrimenti si resterà perennemente bloccati e pian piano anche il movimento colonizzatore renderà inutile le rivendicazioni palestinesi poiché non ci sarà più territorio palestinese». E poi Patton indica una via di uscita: «La portavoce degli ostaggi Rachel Goldberg-Polin ha detto che il problema di Hamas non si risolve militarmente, serve la reciproca comprensione e accettazione del dolore altrui, per trasformarlo non in odio e vendetta, ma in empatia e compassione». (ANSA).
Ma i prigionieri politici chi sono?
Meno male che c’è costui: chi le avrebbe mai pensate queste soluzioni?