Emergenza idrica, asse Israele-Capri-Sorrento

di Giuseppe Crimaldi*

L’INCONTRO
Giuseppe Crimaldi
Emergenza idrica, Israele chiama Capri e la Penisola Sorrentina. Nei giorni scorsi si è svolta una “call conference” online tra i sindaci di Capri, Anacapri, Sorrento, i rappresentanti della gestione del servizio idrico integrato in ambito distrettuale e i vertici nazionali dei ministeri competenti israeliani, oltre ai rappresentanti delle più importanti start-up israeliane, aziende all’avanguardia nell’offrire soluzioni di risparmio idrico, oltre che di dissalazione dell’acqua marina. L’evento è stato organizzato dall’ambasciata israeliana con il fondamentale supporto dell’Associazione Italia Israele di Napoli.
Tecnicamente una “sessione preliminare di dialogo, concretamente un incontro proficuo durato oltre due ore, coordinato dall’ambasciata israeliana in Italia, dopo le note vicende che a luglio hanno portato Capri, Anacapri e Sorrento su tutti i media mondiali all’indomani del malfunzionamento di una condotta idrica che ha causato disagi nella erogazione idrica.
LA DISCUSSIONE
L’incontro è stato moderato dal responsabile del dipartimento Economico dell’ambasciata israeliana, Rafael Singer. E’ toccato ai sindaci e ai tecnici italiani aprire la sessione. Il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, ha spiegato come le emergenze che si ripetono nell’Isola Azzurra siano ataviche e come- prima ancora e più che di dissalazione dell’acqua marina il nodo resta quello della dispersione e degli sprechi. Paolo Falco, sindaco di Capri, ha sottolineato che il Comune guarda oggi con grande interesse alle nuove tecnologie in cui Israele è leader mondiale, sottolineando che questo primo incontro può essere solo l’inizio di una più ampia e proficua collaborazione. In rappresentanza del Comune di Sorrento – che pure nei due giorni dell’emergenza causata da un malfunzionamento (poi riparato) tratto di condotta, da 600 mm, che alimenta parte della Penisola Sorrentina e l’isola di Capri – l’assessore alle Risorse Idriche e all’Ambiente, Ilaria Di Leva, ha dal canto suo sottolineato l’importanza di affiancare alle nuove tecnologie, una campagna di formazione dei cittadini (da portare anche nelle scuole) sull’uso responsabile del bene acqua: argomento che pure in Israele trova spazio con vere e proprie campagne informative sull’uso sostenibile di questo bene primario.
A seguire, gli interventi di Raffaele Coppola, coordinatore del distretto sarnese vesuviano dell’Ente Idrico Campano e di Andrea Palomba, responsabile Investimenti della Gori Spa, il soggetto industriale che gestisce la risorsa idrica in 74 comuni della Campania. In questa fase, la discussione ha affrontato gli aspetti più tecnici e operativi rispetto a una eventuale collaborazione capace di contribuire ad accordi sulle tematiche in oggetto: entrambi hanno posto importanti questioni relative a fattibilità e costi per integrare una nuova progettualità idrica da importare e fare propria.


IL KNOW HOW
Subito dopo, la parola è passata agli israeliani. Una delegazione di altissimo livello, quella capeggiata da Olga Slepner e da Yechezkel Lifshitz, direttore generale della Water Authority d’Israele, nonché responsabile nazionale della gestione, funzionamento, della conservazione e del ripristino delle risorse idriche naturali del paese. Lifshitz, con il general manager della Water Corporation Division, Omer Vardi, e con Ori Shabat e Itai Sagi – rispettivamente direttore delle Risorse strategiche e dello Sviluppo delle infrastrutture idriche e fognarie comunali – hanno illustrato il ventaglio di soluzioni applicabili alle realtà italiane, forti di un’esperienza tecnologica maturata in un paese, Israele, che ha sempre avuto “sete d’acqua”, e che ha superato emergenze e problemi con risultati di assoluta avanguardia. La siccità è un fenomeno sempre più diffuso in tutto il mondo: per affrontarlo bisogna agire su più fronti, anche guardando alle buone pratiche altrui.
Il motivo per cui oggi Israele è l’unico paese semi-arido ad avere eccedenze idriche è la sua ampia concentrazione di alta tecnologia, per un valore da 2,4 miliardi di dollari di export all’anno in tecnologia e attrezzature e un totale di 169 aziende e start-up innovative che nel Paese sono attive nel monitoraggio delle infrastrutture, nella generazione (e rigenerazione) dell’acqua, nel suo trattamento e riuso e nella gestione della rete idrica.


Dalla tecnica dell’irrigazione “goccia a goccia” alla desalinizzazione dell’acqua marina in un modo molto più ecologico rispetto ad altre tecniche usate fino ad allora, e anche meno costoso; dal recupero e trattamento delle acque reflue, cioè le acque di scarico (che in Israele riesce a riciclare fino all’85-90%) all’abbattimento degli sprechi: pensate, in Italia le perdite fisiologiche delle condutture idriche è oltre il 40%, in Israele appena l’otto. Un’azienda israeliana distribuisce sensori sulla rete idrica e impiega una piattaforma di analisi dati, che permettono di rilevare con precisione la localizzazione delle perdite e seguirne l’evoluzione fino alla riparazione.
Poi c’è la ciliegina finale sulla torta: già, perché Israele ha compiuto anche un altro grande miracolo tecnologico riuscendo a trasformare l’umidità dell’aria in acqua. Tutte soluzioni che per ampie aree del nostro Mezzogiorno (ma non solo) potrebbero significare una svolta definitiva contro le emergenze legate all’acqua.

*Il Mattino

4 thoughts on “Emergenza idrica, asse Israele-Capri-Sorrento

  1. Bella iniziativa .Speriamo che non venga poi bloccato tutto dalla politica . In Friuli ci fu un progetto con gli israeliani per i bacini di raccolta d’acqua con la giunta Tondo di centro destra , poi fu eletta la Serracchiani e il progetto , già in fase avanzata , fu accantonato

  2. Finalmente si parla di collaborazione economica per il miglioramento della vita dei cittadini confrontandosi con chi dell’usa della risorsa acqua ne ha conoscenza per la propria stessa esistenza . italia e israele hanno grandi da vantaggi se sviluppano la loro collaborazione . Complimenti agli amministratori campani longimiranti e pragmatici .

  3. auguro felice prosecuzione a questo importante progetto economicamente indispensabile ma anche utile per favorire amicizia tra i nostri popoli

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