di Giuseppe Crimaldi*
Se c’è un fronte sul quale bisogna purtroppo ammettere, dolorosamente, che Hamas ha già vinto quello è l’essere riuscito a spaccare la società israeliana. Sono ore molto complesse e delicate, queste, per lo Stato Ebraico. Muoversi in questa situazione – con i familiari degli ostaggi stanchi di soffrire come soffrono i loro cari nelle viscere infernali della Striscia di Gaza, un governo strattonato dai sussulti dei “falchi” e le pressioni delle “colombe”, con le cancellerie di mezzo mondo che spingono verso un cessate il fuoco, e ora anche con uno sciopero generale che paralizza il Paese – è come ballare sulla lama di un coltello.
Ma come ha ben ragionato l’avvocato Cristina Franco, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Savona, pretendere di regolare tutti i conti ora mettendo magari sulla picca la testa di Netanyau è il migliore aiuto ad Hamas. E ha ragione anche quando dice che, da sempre, i tempi emergenziali minano la democrazia.
Ecco perché mai come in questa fase cruciale chi ama Israele deve continuare a farlo senza mordere le caviglie e senza erodere la propria amicizia verso lo Stato Ebraico. Diversamente, si fa il gioco del diavolo: quello di Hamas e degli ayatollah.
*Responsabile della Comunicazione della Federazione Italia-Israele