Quelle spalle all’inno israeliano

di Alice Fumis*

Girati di spalle durante l’esecuzione dell’inno israeliano. Il gesto dei pochi tifosi azzurri ha accolto gli avversari prima della gara di Nations League tra Israele e Italia sul campo neutro del ‘Bozsik Stadion’ di Budapest si mette in scia delle polemiche collegate al match di ritorno. La prossima volta che le due squadre scenderanno in campo per la Nations League non sarà più in territorio neutrale, ma al Bluenergy Stadium di Udine, il 14 ottobre. E a un mese dall’appuntamento la querelle, partita da lontano, non si placa.

Ad accendere la miccia era stata a luglio la decisione del Comune di Udine di non concedere il patrocinio alla gara. Quando negli uffici di Palazzo D’Aronco era arrivata la richiesta da parte del presidente della Figc, Gabriele Gravina, l’Amministrazione aveva declinato, «ritenendo che la scelta di patrocinare la partita sarebbe stata divisiva, essendo Israele uno Stato in guerra». La reazione della politica nazionale era stata immediata. In particolare il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, pronto a seguire il match dagli spalti, aveva definito «sbagliata» la decisione del sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, perché «sport e politica dovrebbero rimanere due elementi distinti». Monfalcone (Gorizia), tramite la ex sindaca Anna Maria Cisint, aveva offerto il suo campo di calcio per l’incontro, mentre per la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, il Comune di Udine aveva «fornito un assist a chi non cerca altro che fomentare l’odio».

La motivazione dell’Amministrazione comunale era stata articolata: «Il patrocinio si concede a iniziative che non hanno scopo di lucro e sono previste deroghe solo nel caso di eventi benefici, cosa che la partita non è, e nel caso di eventi che portino particolare prestigio all’immagine dell’amministrazione». Un dietrofront sarebbe stato possibile, aveva ipotizzato il sindaco, in caso di «cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi» o di una raccolta fondi collegata alla partita, destinata alle vittime della guerra in Medioriente. Proposta che sarebbe stata bocciata tramite gli organi regionali della Figc, anche a causa della difficoltà di modificare l’iter già avviato della «complessa e rilevante organizzazione di un evento come una gara della Nazionale italiana di calcio». L’auspicio generale della Federazione è però alla cooperazione per «rendere la partita un momento di sport e pace piuttosto che di divisione e politica».

(Massimiliano Fedriga)

A differenza del Comune di Udine, la Regione Friuli Venezia Giulia ha concesso il suo patrocinio alla partita: una decisione, le parole del presidente Massimiliano Fedriga, «assunta con la convinzione che, nello sport, non debba esserci spazio per alcun tipo di discriminazione». Di oggi infine anche l’annuncio di patrocinio da parte del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Sul gesto degli ultrà a Budapest ha chiesto chiarimento anche il responsabile sport del Pd, Mauro Berruto. Intanto la Nazionale di Spalletti è tornata a sorridere: due gare e due vittorie, con Francia e Israele appunto. Il ct non si è ancora messo alle spalle la brutta estate da flop europei, ma guarda ai giovani che potranno dare il contributo alla causa azzurra: «Maldini e Fazzini sono due giovani molto interessanti. Quelli che si mettono in mostra siamo disponibili ad accoglierli a braccia aperte»

(*Ansa)

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