Una delle conseguenze immediate del 7 di ottobre è stato l’abbandono dei campi e delle serre che costituivano il cuore pulsante della produzione agricola israeliana – oltre il 70% del prodotto ortofrutticolo – a causa dello sfollamento di intere comunità, della morte di numerosi proprietari terrieri e della fuga nei Paesi di origine di migliaia di braccianti stagionali.
Decine di migliaia di volontari provenienti da ogni parte del mondo, Italia compresa, sono arrivati in Israele per cercare di salvare il raccolto, con risultati tuttavia modesti.
Per affrontare l’emergenza, l’associazione nazionale HaShomer HaChadash, “La Nuova Guardia”, tramite il programma “Uomo e Terra”, ha istituito un progetto educativo all’avanguardia, aprendo cinque licei residenziali pubblici rivolti ai giovani israeliani dai 14 ai 18 anni che coniugano l’insegnamento classico, seminari su filosofi sionisti come Gordon e Borochov al lavoro agricolo in qualità di braccianti.
Ai ragazzi e alle ragazze, tramite un percorso di studi di cinque giorni settimanali dalle sei del mattino alle 16.00, è affidato ad esempio il recupero e la messa a cultura dei terreni incolti nelle regioni adiacenti la Striscia di Gaza.
Una di queste scuole, situata in un moshav a otto chilometri in linea d’aria di Khan Younis: vi lavorano ragazzi impegnati nella selezione di cavolfiori destinati ad essere immessi già poche ore dopo nei mercati. L’obiettivo del programma è costituire la nuova classe dirigente educando i giovani al lavoro della terra e ai principi sionisti prima del servizio militare e degli studi universitari, fornendogli al contempo una educazione liceale di livello altissimo.
Lo scopo ultimo è arrivare alla sovranità alimentare in Israele, cosa che passa per l’aumento della produzione e la fine della dipendenza dai lavoratori stranieri.
Sono già centinaia i giovani adolescenti israeliani, provenienti da ogni parte del Paese, iscritti in questi innovativi licei