Come a Gaza, anche in Libano si scatena il pianto dei coccodrilli. Sottotitolo: la guerra che si poteva evitare.

I nostri media, la nostra politica, le organizzazioni internazionali, tutti complici di una guerra che si sarebbe potuta evitare. Ecco perché.

12 mesi di silenzio di fronte agli attacchi missilistici di Hezbollah sul nord d’Israele, 9000 missili lanciati sui civili, hanno ucciso bambini drusi, hanno bombardato comunità di ebrei, cristiani ed arabi in Israele.

Hanno distrutto chiese, sinagoghe, moschee: un’aggressione senza nessuna giustificazione, se non in sostegno al massacro del 7 ottobre, se non il piano terroristico del regime iraniano che attacca Israele da sette fronti.

Più di 70mila civili sfollati, un Paese in fiamme, e accade ormai da 12 mesi.

Oggi i giornali e le televisioni italiane, gli “esperti” riempiono le prime pagine con questi titoli: “Il Libano sotto il fuoco d’Israele”, “Libano sotto le bombe d’Israele”, “Libano sotto un diluvio di bombe”. Per 12 mesi hanno ignorato, missile dopo missile, attacco dopo attacco, l”escalation che portava alla guerra. Inevitabile e drammatica. Per 12 mesi anche noi di Italia Israele Today, con la Federazione delle Associazioni Italia Israele e poche altre voci libere, vi abbiamo avvertito, documentato con video e articoli, ma non è bastato.

Hezbollah non si è fermata, l’Onu non ha fatto rispettare la sua risoluzione (e dunque non ha mosso un dito): 10mila militari Onu – anche italiani -hanno assistito all’aggressione terrorista senza fare nulla: Macron ha taciuto, non si è rivolto al Libano mentre i missili partivano. I giornali che riempiono oggi le prime pagine hanno preferito parlare d’altro: provate a trovare la prima pagina di uno dei quotidiani nazionali, o la copertina della /, della Rai, di Sky, cercate le dichiarazioni degli “amanti della pace”, degli esperti sulla pioggia di missili che Hezbollah ha lanciato per 12 mesi su Israele.

Giorno dopo giorno, nessuno vedeva, nessuno parlava, nessuno ha fatto nulla.

(www.free4future.info)