Dev’esserci qualche solerte impiegato del fantomatico “ministero della Sanità” di Gaza anche a Beirut. Sì, ci sarà di sicuro ad affiancare i chierici sciiti che odiano Israele e vogliono cancellarla dalla faccia della terra.
Dopo Gaza, è partita l’offensiva mediatica che moltiplica per i multipli le vittime di una guerra che Israele è stata costretta a combattere dopo il 7 ottobre su due fronti. ma, come sempre, la propaganda dei terroristi è tornata a seminare trappole barando sui numeri.
Sia chiaro: sui morti non si specula. E le vittime innocenti che ci sono in ogni guerra – cinicamente rappresentati dalla abusata definizione di “danni collaterali” – meritano sempre dolore e rispetto, di qualunque parte siano e a qualunque nazione appartengano.
Ma è singolare leggere le cifre che oggi rimbalzano dal Libano. Poco fa sulla più importante agenzia di stampa italiana si legge che “i raid israeliani hanno causato la morte di più di 700 persone in Libano da lunedì. Seicento persone sono state uccise nei primi due giorni di attacchi.”. Correttamente l’Ansa precisa poi che “la stima è quella di Al Jazeera”. Dunque massimamente inaffidabile. Come nel gioco delle tre carte.
Il guaio è che però i media di tutto il mondo riprendono “a pappagallo” tutto quello che la potente macchina di propaganda filoterroristica propina. E’ storia vecchia. Tornando a Gaza, le cifre sparate senza che mai nessun organismo neutrale abbia potuto verificare sono state mandate giù dall’opinione pubblica come un bicchier d’acqua. Quarantamila, cinquantamila, sessantamila morti (la metà dei quali bambini: ma quanti bambini ci sono nella Striscia?). Numeri inaffidabili e non controllabili.
Adesso la lugubre litania ricomincia dal Libano. E anche stavolta, c’è da giurarci, le cifre farlocche solleveranno l’indignazione del mondo.