Vecchi e nuovi antisemiti, antisionisti islamici: i fuorilegge ora fanno ricorso al Tar
E’ cosa nota: in alcune Università (Bologna e Siena, per citarne un paio) gli studenti vogliono “festeggiare” la data del 7 ottobre con canti, balli e insulti a Israele. Immemori della enorme tragedia segnata da quella data in cui Israele ha pagato un prezzo altissimo per la viltà dei tagliagole di Hamas.
E mentre ci sono ancora (in vita?) decine di israeliani civili nelle mani dei terroristi di Sinwar, il movimento dei “giovani palestinesi” (?) fa sapere che – fregandosene del divieto imposto dalla Questura di Roma – sfileranno lo stesso per ricordare “il giorno della rivolta”.
Rimonta e torna a soffiare forte il vento antisemita. E’ tornato lo chef Rubio, ormai il Masaniello del movimento antisemita che si riconosce il quel nuovo partito comunista – la fantomatica organizzazione con sede politica a Parigi, pensate – e che alimenta le odiose liste di prescrizione: cercate gli ebrei, andate a stanarli, bussate alle loro case….
Che schifo.
Adesso si apprende che l’Unione democratica arabo palestinese (Udap) ha depositato questa mattina il ricorso al Tar contro il ministero dell’Interno e la Questura di Roma richiedendo la sospensiva del diniego della manifestazione chiesta per il 5 ottobre. Nelle motivazioni del divieto, era stato prescritto che il corteo si svolgesse «in circostanze di tempo e di luogo successive al 7 ottobre 2024, con contenuti e termini non riconducibili agli eventi occorsi il 7 ottobre 2023 nei territori israeliani». Questo perché, secondo le autorità, la manifestazione così come pubblicizzata esprimeva «una volontà celebrativa della strage consumata in danno dello Stato di Israele. Considerato che le espressioni utilizzate per pubblicizzare l’iniziativa hanno una connotazione non compatibile con il diritto a manifestare pacificamente – si legge nel divieto riportato nel ricorso -, garantito dall’ordinamento giuridico vigente». E «per ragioni di ordine pubblico», è stato impedito «lo svolgimento della manifestazione, prescrivendo modalità di tempo e di luogo per la medesima». Nel ricorso l’Udap ha quindi precisato che «tanto il divieto riferito alla data del 5 ottobre 2024, quanto le prescrizioni per l’eventuale svolgimento futuro della manifestazione sono illegittimi e meritevoli di annullamento. Poiché riscontra «violazione e falsa applicazione degli art 17, 21 e 97 della Costituzione». E ne richiede la sospensiva.
Che vergogna, che schifo.