L’Iran non è in grado di sostenere un conflitto.
La reazione inevitabile di Israele non è rivolta alla popolazione iraniana.
L’Iran oggi vive del petrolio che esporta, quindi un duro colpo alle raffinerie, lo paralizza.
Gli oleodotti dell’industria petrolifera iraniana sono interrati ma non a grandi profondità e può essere facilmente paralizzata “con il minimo sforzo”.
Le tubazioni sono la parte più difficile da ripristinare e riparare perché si verificano esplosioni secondarie lungo l’intera lunghezza della tubatura, lontano dal punto di impatto.
Per paralizzare il sistema, ed evitare una crisi ambientale senza versare in mare una sola goccia di petrolio, si possono colpire i sistemi di raffreddamento. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Irna, Owji ha specificato che i giacimenti di petrolio e gas appena scoperti sono quelli di Cheshm-e-Shoor (gas), nella provincia di Khorasan Razavi, di Ilkan o Irkan (petrolio), nella provincia di Golestan, e Tangu e (petrolio), nella provincia di Bushehr.
Se hai voglia di approfondire, vai a vedere una mappa dettagliata sul website dell’azienda Omran Falat che ha il monopolio sulla costruzione delle infrastrutture petrolifere:
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