Libro – Israele tra memoria e speranza

di Luciano Tagliacozzo*

Hatikvah per un umanesimo possibile

Sono capace di leggere l’elenco telefonico e scrivere a un tavolino di un bar la recensione sulla “Poetica” di un libro di Hegel. Ma questo di Clelia Castellano ( “La società fra memoria e speranza” – Hatikvah per un Umanesimo possibile”, esitore Guerini Scientifica) è finalmente un libro indovinato. In un momento in cui la saggistica politica è in gran parte apocalittica, scontata, piena di piccoli odii e pruriti, finalmente un libro denso di entusiasmo.

(Clelia Castellano)

È un linguaggio nuovo: Mi sembra quei libri sognati di Nechama Leibovitz,la sorella di Yeshayahu Leibovitz.

Parla di argomenti complicati come l’uguaglianza fra gli uomini o la speranza come motore storico. In un momento in cui tutti ripetono una frase di Marx ubriaco “la violenza è la levatrice della storia”, che è fondamentalmente falsa. Il motore della storia è l’uomo che ara un terreno ingrato e pianta il seme. La speranza è il grano seminato nel deserto da quei kibbutzim israeliani, che il 7 ottobre avevano subito lo sterminio di parte della loro gente.

Molti credono che Caino e Abele abbiano fatto la storia. Invece questa non è fatta da regni e omicidi, ma da lavoro umano. Come nel mito di Pandora, quando tutti i mali sono schizzati come bava fuori dal vaso, nel profondo del vaso resta la speranza. Per i romani la speranza è figura di Enea che fugge da Troia con il padre sulle spalle e il bambino per mano, unendo passato, presente, futuro. Un libro assolutamente da leggere. Un saggio che parla di ebrei, di armeni, di curdi, di popoli in viaggio, che hanno un dato in comune: credere nel futuro, appartenere all’umanità

*Nes

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