Manca una settimana al voto per le presidenziali degli Stati Uniti e il risultato appare ancora incerto. Ma che cosa dicono i due candidati sulla situazione mediorientale? Che cosa promettono di fare? E, soprattutto, come si pongono rispetto a Israele?
Qui le posizioni generali a confronto. E ciascuno può farsi un’idea su come andrà a finire.
Donald Trump:
Se non vinco, penso che Israele sarà sradicato”. Lo ha affermato Donald Trump a settembre parlando all’Israeli American Council , sottolineando che Israele “più di qualsiasi altro” Paese “deve battere Israele”, assicurando poi che, se sarà eletto, ripristinerà il suo “travel ban” e lo amplierà per prevenire ai rifugiati di Gaza di entrare negli Stati Uniti.
“Vieterò il reinsediamento dei rifugiati dalle zone infestate dal terrorismo come Gaza, sigillerò il confine e ripristinerò il travel ban”, ha detto Trump. Ha poi aggiunto che “con Kamala Harris Israele sarà annientata. Gli ebrei che votano Harris dovrebbero farsi vedere. Quando ero presidente non avevate problemi”, ha detto. “Se Harris sarà eletta, l’Iran otterrà rapidamente armi nucleari in grado di uccidere molte persone. Con me respingeremo l’antisemitismo che dilaga, ma tutto questo inizia con il respingere Kamala Harris. Per tutto quello che ho fatto per Israele ho avuto solo il 24% nel 2016. E sono stato il miglior presidente possibile per Israele: sono stato il miglior amico che Israele abbia mai avuto. Nonostante questo nel 2020 ho avuto solo il 29%”.Ora, secondo i sondaggi, sono al 40%, il che significa che il 60% degli ebrei americani sono per Kamala Harris. Non sono stato trattato bene dagli elettori ebrei”.
“Il mio messaggio è molto semplice – ha concluso “the Donald”: se volete che Israele sopravviva dovete votare Donald Trump”.
In un successivo intervento sempre Trump ha chiarito: “Siete sotto attacco come mai prima. Io sono il presidente più pro-Israele, Kamala Harris è anti-Israele e considererà l’ippotesi di un embargo alle armi per Israele. Con Harris Israele sarebbe condannato, e sparirebbe in due anni. Con me alla Casa Bianca c’era la pace in Medio Oriente”.
Kamala Harris:
Le posizioni di Harris sul conflitto israelo-palestinese sono state monitorate attentamente da quando ha sostituito Biden, soprattutto per valutare eventuali scostamenti dalla linea con il presidente, storicamente vicino a Israele. Harris ha ribadito il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hamas e ha sottolineato che la sicurezza del Paese sarà sempre una priorità per la sua amministrazione. Tuttavia, ha richiamato l’importanza di minimizzare le vittime civili, sottolineando il suo impegno per una soluzione a due Stati che garantisca sicurezza e autodeterminazione anche ai palestinesi. Il suo discorso è stato in linea con quanto detto alla Convention nazionale democratica del mese scorso.
Rispetto a Trump, però, ha espresso maggiori preoccupazioni per i diritti dei palestinesi e ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione a due Stati. È favorevole al continuo sostegno militare a Israele, ma insiste sulla necessità di rispettare i diritti umani.
Per l’Iran «sarebbe un errore» rispondere all’attacco di Israele, ha ribadito Kamala Harris in un’intervista a Cbs. «Sarebbe un errore. Noi siamo pronti a difendere Israele, come abbiamo fatto in precedenza lo faremo ancora. Il punto essenziale è che ci deve essere una de-escalation nella regione e noi stiamo lavorando tramite i canali diplomatici per assicurarla», ha messo in evidenza Harris. «È tempo che questa guerra finisca”, ha ribadito la vicepresidente degli Stati Uniti.
Sono sicuro che a prescindere da chi sarà eletto USA e Israele resteranno ben saldi nei loro rapporti . Di certo dobbiamo ricordare quello questo amministrazione USA in contiguità con quella Obama ha messo in serio pericolo l’amore senza occidentale i medioriente