Il caso dell’albergo nel Bellunese che ha rifiutato ospitalità a una famiglia di israeliani: “Siete colpevoli di genocidio”. Scattano i provvedimenti, ma è storia purtroppo triste e antica…
di Giuseppe Crimaldi
Pensavamo, anzi ci illudevamo che il razzismo in Italia fosse uno sbiadito ricordo dei tempi peggiori. Senza arrivare a scomodare l’abominio delle leggi razziali e tutto quello che ne seguì negli anni bui del fascismo, ricordavamo quando, al Nord, sui “si loca” di nobilissime città come Milano e Torino comparivano i cartelli con su scritto: “Non si affitta ai meridionali”. Acqua passata, speravamo.
Che invece sia tornato il lezzo del razzismo lo conferma l’incredibile storia che viene dal Veneto.
“Vi informiamo che le persone israeliane in quanto responsabili di genocidio non sono clienti ben accetti nella nostra struttura. Quindi se voleste cancellare la vostra prenotazione sarete felici di farlo e noi saremmo felici di accordarvi gratuitamente la cancellazione”. Con queste parole lo “staff” di una struttura ricettiva di Selva di Cadore (Belluno), l’Hotel Garni Ongaro, ha risposto su Booking.com a un gruppo di turisti israeliani. Contattata, la struttura non ha voluto dare spiegazioni né dichiarazioni.
La vicenda è stata resa nota dal sito JFeed.com e poi da quello della comunità ebraica di Milano Bet Magazine Mosaico, che l’attribuisce a un gruppo di turisti israeliani intenzionati a compiere una vacanza sulle Dolomiti all’inizio di novembre. A renderla virale ci hanno pensato poi i colleghi giornalisti di Israele senza Filtri. Appena divulgata la notizia è scattata la mobilitazione, e anche la Federazione Italia Israele ha dato un contributo per denunciare e – soprattutto – perché scattassero dei provvedimenti contro la struttura alberghiera di Selva di Cadore (Belluno). In particolare, il direttivo dell’Associazione Italia-Israele di Udine presieduto da Giorgio Linda, e gli amici del gruppo costituitosi dopo la Missione KKL in Israele, hanno mosso i loro contatti per chiedere immediati provvedimenti nei confronti dei titolari di quell’albergo.
E così siamo felici di comunicarvi che Booking ha eliminato dalla sua pagina l’albergo bellunese. Ferma anche la presa di posizione del governatore Zaia, che ha condannato l’episodio. Perché, in fondo, un turista è un turista, a prescindere dalla sua provenienza geografica. Come lo è (e per questo ricordavamo all’inizio dei meridionali “non accetti” al Nord) un operaio, un lavoratore come tutti gli altri.