di Paolo Macry*

Sono passati trentatré mesi dall’attacco russo a Kiev e quattordici dal pogrom di Hamas. Due avvenimenti epocali di fronte ai quali l’opinione pubblica occidentale si è lacerata in modo irrimediabile.

Dapprima tutti hanno condannato Putin e (quasi) tutti il massacro del 7 ottobre, ma subito dopo ci si è divisi aspramente sulle reazioni dell’Ucraina e di Israele. A chi sosteneva che lo zar andasse fermato a ogni costo e perciò l’Occidente dovesse armare Kiev, si sono opposti quanti ritenevano che la Russia avesse ragioni storiche per accampare pretese sull’Ucraina (e che comunque resistere allo zar era irrealistico).

A chi sosteneva che Tel Aviv avesse il diritto di estirpare i terroristi da Gaza, si sono opposti quanti ritenevano inaccettabile il numero delle vittime civili. Sono emersi campi di opinione tra loro inconciliabili: filo-ucraini vs filo-putiniani, filo-israeliani vs filo-palestinesi.

Vere e proprie barricate, che mischiavano alle analisi geopolitiche le afferenze ideologiche e le istanze morali. Ed era la pace, spesso, la parola magica.
Pace in Ucraina, pace in Palestina.

Ma oggi che in Ucraina sta vincendo Putin e in Medio Oriente Israele, è quella parola magica a rivelarsi astratta, irrealistica, corriva. Quando non strumentale.
Oggi tacciono le piazze e le università occidentali.
Oggi il pacifismo si scopre irrilevante di fronte alle ragioni della politica, alla logica dei rapporti di forza, agli avvertimenti della storia. Sarebbe il momento di prenderne atto, cercando di ricomporre le lacerazioni che, su nodi così intensamente “esistenziali”, ci hanno diviso e continuano a dividerci.

*Nagorà Laboratorio di Idee

4 thoughts on “La sconfitta del pacifismo

  1. A mio avviso non dovremmo mai dimenticare che in Occidente lavorano in modo organizzato e ben finanziati movimenti pseudo pacifisti che perseguono un obiettivo marcatamente antisemita e antioccidentale mascherati e tollerati sino al 7/10/23, dopo quel massacro abbiamo per lo meno chiamato che tante maschere sono cadute e adesso sono davanti a noi i nemici della pace , serve avversarli e combatterli

  2. Perché scrivere “A chi sosteneva che Tel Aviv avesse il diritto di estirpare i terroristi da Gaza” e non scrivere GERUSALEMME?

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