L’odio degli antagonisti in piazza per Ramy Elgaml non colpisce soltanto la polizia, con gli otto agenti feriti a Roma. Nel mirino anche gli ebrei. A Bologna, infatti, si apprende che tra i bersagli degli atti vandalici ci sono stati la sinagoga della città e diverse attività commerciali, in un’escalation di disordini che ha scosso il capoluogo emiliano.

Il sindaco Matteo Lepore (nella foto in basso), alle prese con il secondo corteo degenerato in città negli ultimi tre mesi, è intervenuto per condannare l’assalto. Oggi, domenica 12 gennaio, Lepore ha espresso solidarietà alle vittime delle violenze: “Esprimo la mia solidarietà alla comunità ebraica. Così come esprimo solidarietà ai commercianti e lavoratori che hanno subito danneggiamenti, saremo al loro fianco. Sin dal primo momento il personale di Hera e della polizia locale è intervenuto a supporto della situazione e per tutta la notte si è lavorato per ripulire e sistemare i danni causati. Un lavoro che continuerà anche nella giornata di domenica”, ha scritto il sindaco su Facebook.


L’attacco alla sinagoga indigna, impressiona, spaventa il crescente antisemitismo. E le reazioni politiche non si fanno attendere. Si è fatto sentire il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che ha definito l’episodio “un fatto di estrema gravità”. Per Bignami, “l’aggressione alla Sinagoga di Bologna da parte di decine di persone con volto travisato e in passamontagna, probabilmente le stesse che poco prima avevano attaccato un commissario della Polizia di Stato, costituisce un fatto di estrema gravità che deve essere condannato da tutte le forze politiche e che segna una pericolosa escalation nel clima di violenza e antisemitismo crescente che si sta registrando in Italia. Esprimo la mia più profonda vicinanza e solidarietà verso la Comunità ebraica di Bologna, i cui esponenti stanno sopportando da tempo un clima di intimidazione e odio alimentato anche da istituzioni locali incapaci di collaborare a un clima di dialogo e pace sempre più necessario”, ha concluso.

Il corteo di Bologna è degenerato poco dopo la partenza. Verso le 23, oltre cento manifestanti si sono riuniti nuovamente in zona piazza Cavour, dando vita a scene di guerriglia urbana. I vandali hanno incendiato cassonetti, eretto barricate con transenne sottratte ai cantieri, e devastato vetrine di negozi di lusso, oltre ad aver attaccato la sinagoga. Anche i tavolini dei bar in piazza Minghetti e piazza Galvani sono stati distrutti, prima che il gruppo si spostasse in galleria Cavour armato di mazze e bastoni.

Tra le reazioni, anche quella di Marco Lisei, senatore di FdI. “Le violenze a Torino, Roma, Milano e Bologna perpetrate contro le Forze dell’Ordine non sono casuali. Avvengono tutte in città amministrate dalla sinistra e sono tutte e quattro città dove sono presenti e radicati centri sociali e collettivi che da tanto tempo sono sostenuti dalla sinistra, anche comunale. Sono il frutto di quanto hanno seminato”. “A Bologna – prosegue Lisei – Lepore addirittura ha all’interno della maggioranza rappresentanti di queste realtà, non è quindi un caso che questi fatti accadano in quelle città. Tra l’altro a Bologna hanno attaccato la Sinagoga, fatto gravissimo, ed anche qui non si può ignorare che come poco tempo fa il Sindaco Lepore esponesse la bandiera palestinese come un tifoso dello stadio”, ha concluso il senatore FdI.

Interviene anche il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna: “Dopo la devastante manifestazione di Bologna, due notazioni. La prima riguarda la nostra totale solidarietà alla comunità ebraica di Bologna, alle aziende e alle proprietà private devastate e alle forze dell’ordine per l’ennesima volta in prima linea a difendere la nostra sicurezza. La seconda considerazione riguarda invece il ‘tardivo risveglio’ del sindaco Matteo Lepore di fronte alle violenze perpetrate dagli squadristi di sinistra e dagli antagonisti coadiuvati da frange evidentemente pro-pal e antisemite. Neppure nel suo tiepido messaggio post manifestazione Lepore riesce a condannare in modo netto le matrici ideologiche delle ignobili violenze dei manifestanti. È evidente che c’è un fil rouge che accomuna le analoghe manifestazioni organizzate più o meno simultaneamente in alcune altre città, oltre Bologna, amministrate dalla sinistra. L’obiettivo è creare devastazioni e caos, aggredire le istituzioni pubbliche e attaccare le forze dell’ordine mai delegittimate come in questi mesi dalla stessa sinistra e dal Pd che, solo oggi, cerca di correre ai ripari con tardive dichiarazioni di solidarietà”.

Da Bologna a Milano.
“Ci sentiamo sotto attacco, anche qui in Italia”. Così gli ebrei milanesi parlano degli episodi di antisemitismo nei loro confronti dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 e la conseguente risposta armata dell’esercito d’Israele a Gaza. In centinaia, lunedì, si sono messi in coda davanti alla Sinagoga Centrale di via della Guastalla, per celebrare le vittime a un anno esatto dagli attacchi terroristici di Hamas. “Come ebrei vorremmo sentire la solidarietà delle istituzioni italiane – spiegano alcuni, in fila per i controlli di sicurezza davanti al tempio -. Anche qui ci sentiamo come se fossimo in Israele. Viviamo continuamente con il terrore di un attentato, con le scuole sotto protezione, sempre a guardarci le spalle. Non è una bella vita”.

Che aspettano ancora i prefetti, i questori, i procuratori della Repubblica a intervenire?


Gli ebrei milanesi: “Viviamo nella paura di un attacco anche qui”
https://www.milanotoday.it/video/ebrei-milanesi-ci-sentiamo-sotto-attacco.html

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