Il 27 gennaio 2025, nella bellissima medievale Sala dei Notari che si affaccia sulla
piazza della Fontana Maggiore a Perugia, si è tenuto un evento musicale promosso
dall’Associazione Italia -Israele di Perugia, col patrocinio della Federazione Associazioni Italia
Israele, del Comune di Perugia, di A.Gi. Mus, Associazione Giovanile Musicale e di ANEI, sezione
“Leopoldo Teglia”: “IL DOVERE DI RICORDARE. Concerto narrativo con
musica e storie sopravvissute ai campi di concentramento e di sterminio” a cura del Duo Martini-
Dominguez, che ha debuttato nel 2022 proprio con questo progetto, ideato e scritto da Alessandro
Dominguez con l’intento di ridare vita e lasciare testimonianza della “musica concentrazionaria”.
Sono state presentate composizioni ritrovate nei campi di concentramento e di sterminio di
Auschwitz, Dachau e Mauthausen-Gusen, nel ghetto ebraico e in altri campi di prigionia, tra cui
due speciali versioni di canti popolari tradizionali: la prima, la nota polka “Rosamunda” suonata nel
lager di Auschwitz-Birkenau nel 1944 e la seconda, una melodia – oggi conosciuta come “Hatikva”,
inno ufficiale dello Stato di Israele dall’inizio ma ufficialmente riconosciuto solo nel 2004 – che
accompagnava la poesia composta da Naftali Herz Imber (1856-1909), ebreo galiziano laico e
proto-sionista, nel 1877 e pubblicata nel 1886 nella raccolta “Stella del Mattino”. Le musiche
struggenti suonate con straordinaria abilità da Dominguez e la voce potente ma dolce della Martini
hanno conquistato il pubblico sia nei brani di autori dei lager, sia in quelli composti dallo stesso
Dominguez; toccanti e ben recitati i testi selezionati da testimonianze di Sami Modiano, Bruna Levi
Schreiber, Marcell Nadjari, e accolti in religioso silenzio sino all’ultimo.


Un duo giovane, dunque, ma già maturo che con un altro recente progetto sulla riscoperta della
musica di produzione ebraica: “Mario CastelnuovoTedesco: Riflessi”, che nel 2024 è stato
selezionato per il progetto Residenze Erranti.
Il concerto è stato introdotto dalla presidente dell’Associazione di Perugia che ha, prima di tutto,
ringraziato gli Enti patrocinatori – e la vice-presidente dell’Associazione Gabriela Sabatini per
l’aiuto prestato nella organizzazione e promozione dell’evento – e ha quindi presentato la proposta
della Federazione Associazioni Italia-Israele di inserimento di un ulteriore articolo a integrazione
della legge 20/7/2000 n. 211 che istituì il Giorno della Memoria, grazie all’impegno soprattutto di
Furio Colombo recentemente scomparso: «In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’art. 1,
sono organizzate, iniziative, incontri e momenti comuni di riflessione, in modo particolare nelle
scuole di ogni ordine e grado atti ad approfondire il tema dell’antisemitismo nella società
contemporanea in accordo con la definizione redatta dall’International Holocaust Remembrance
Alliance (IHRA) adottata dall’Italia».


Proposta particolarmente significativa quest’anno che ricorre l’ottantesimo dalla liberazione di
Auschwitz e che, purtroppo, “ricordare quello che è stato per impedire che accada di nuovo” non è
più sufficiente vista la forte presenza dell’antisemitismo, e dell’antisionismo, in Italia – oltre che in
Europa, dove la situazione in Francia, Germania, Svezia e Belgio è ancora peggiore – e nel
mondo. Sembra in tante occasioni che sia doveroso ricordare e celebrare gli ebrei morti mentre le stesse organizzazioni, una sola per tutte, l’ANPI, non difendono gli ebrei vivi anzi li accusano di
genocidio e nazismo nei confronti del popolo palestinese.

Genocidio, una parola che fu coniata nel 1944 dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin (1900-1959) per indicare la distruzione programmata di un gruppo nazionale, etnico e religioso. Termine che, con evidenza, non si puòapplicare alla attuale situazione di una guerra di difesa dopo il massacro genocida del 7 ottobre 2023, al di là di tutte le critiche che si possano fare alla sua conduzione e direzione militare e politica.

Vero è, invece, che il genocidio del popolo ebraico è intenzione dichiarata nella Carta
fondamentale di Hamas del 18 agosto 1988 tuttora in vigore: un “manifesto” in cui viene invocata
una jihad (guerra santa) senza compromessi contro gli ebrei, Israele e la civiltà moderna.
La Presidente Buseghin ha ricordato Angelica Calò Line – che tutti conoscono anche a Perugia
come fondatrice dell’associazione/scuola di teatro Bereshit Le Shalom con cui lavora da oltre
vent’anni per educare alla pace ebrei, cristiani, drusi, musulmani, arabi israeliani e palestinesi –
poiché è venuta l’anno scorso in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria
all’UNISTRA (Università per Stranieri) il 30 gennaio 2024. Angelica, quest’anno ci ha inviato
questo messaggio: «In Israele Il Giorno della Memoria- Yom HaShoah cade in prossimita’ di
Pesach, per ricordare la Rivolta del Ghetto di Varsavia. Ora tutti i massacri, le angherie e le
malvagita’ le riguardiamo combattendo. Affrontando il male. Non ci nascondiamo piu’, non ci
prepariamo le carte d’identita’ false, non ci convertiamo e non fuggiamo. Combattiamo. Non
dimenticando nemmeno per un attimo il nostro ideale di pace!!!!!!!!».
La relatrice ha poi accennato all’attuale dibattito sulla partecipazione o meno delle Comunità
ebraiche ai vari eventi di celebrazione del Giorno della Memoria, riportando la dichiarazione di
Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche italiane, sulla necessità di evitare eccessive
politicizzazioni per mantenere la serenità necessaria a un dialogo educativo per le nuove
generazioni e di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, che oggi vede nella
società italiana e in alcune istituzioni muoversi un odio antiebraico che arriva a strizzare l’occhio a
regimi totalitari come Iran e Hamas pur di criticare gli ebrei e Israele. Infine, anche le parole
terribili, forse anche provocatorie, di Pier Luigi Battista del 24 gennaio scorso sul “Foglio”, sulla
rinnovata caccia all’ebreo: “disertiamo il giorno della memoria perché è una scommessa culturale
perduta”. E le perplessità di Elena Loewenthal che proclamava già anni fa la sua contrarietà a una
Giornata della Memoria che autorizzava l’oblio negli altri 364 giorni dell’anno.
Battista insiste che “fino al 7 ottobre 23, data in cui l’antisemitismo dell’occidente è stato
sdoganato, il ricordo della Shoah funzionava ancora come un freno, una remora, un confine. Oggi
quel confine è cancellato, quel freno è saltato, quella remora è svanita. La Shoah è stata
sconsacrata. […] Nel cuore della cultura antifascista il nuovo antisemitismo, camuffato da
antisionismo, dilaga senza argini nel Giorno della Memoria gli ebrei, gli ebrei sono lasciati soli,
omaggiati con una cerimonia sempre più anemica e svogliata ma nel profondo lasciati soli, circondati dalla diffidenza. Allora bisogna protestare non accettare l’abbandono come fosse cosa
normale: disertiamo il Giorno della Memoria».
Ma noi a Perugia – che abbiamo sempre cercato di ricordare la Memoria con tanti eventi
diversificati lungo l’arco almeno di mesi, in collaborazione con l’ex-assessore alla Cultura del
comune di Perugia, Leonardo Varasano – abbiamo deciso di celebrare questo Giorno, di non stare
in silenzio, convinti di riuscire a raggiungere il cuore e la mente delle persone con la musica, fonte
di vita.
Presente in sala il senatore Walter Verini, che più volte è intervenuto ai nostri eventi,
essendo da anni amico di Israele, gli è stato chiesto di portare il suo saluto.
Verini, dopo aver espresso la sua vicinanza, non formale, alla nostra Associazione, ha ricordato di
essere stato ben otto volte ad Auschwitz e una a Dachau, con gli studenti o con viaggi
parlamentari da lui stesso organizzati, insieme a tanti testimoni tra cui le sorelle Bucci, Sami
Modiano e Piero Terracina, asserendo con forza che niente può essere paragonato al genocidio
della Shoah. E’ vero, come scrive Battista che l’antisemitismo è molto aumentato dopo il 7 ottobre
ma è piaga che esisteva ben prima: già ricevevamo quasi quotidianamente notizie di atti vandalici
contro Sinagoghe e Comunità e singoli ebrei in diverse parti del mondo. Una piaga che in qualche
modo pensavamo consegnata alla storia dopo l’istituzione della Giornata della Memoria ma che
invece ha continuato a crescere. Il 7 ottobre sono stati uccisi il più alto numero di ebrei in quanto
ebrei dopo la Shoah. Ha inoltre dichiarato la sua appartenenza al gruppo Sinistra per Israele, il suo
atteggiamento critico verso il governo Netanhiau per la conduzione della guerra a Gaza. Ha poi
osservato come ci sia un’enorme differenza tra chi ha nei propri Statuti come Hamas, e nelle
proprie missioni, come l’Iran, come scopo quello della distruzione degli ebrei, in quanto ebrei, e
dello Stato di Israele, in quanto Stato di Israele: pianificazioni che somigliano alla volontà che c’era
alla base della Shoah, della soluzione finale. Altra cosa è criticare la politica di un governo come
quello di Nethaniau; dire le cose ad alta voce come le ha dette Liliana Segre, é un dovere per la
politica. Ha concluso sostenendo che l’antisemitismo è una pianta che va abbattuta facendo
qualcosa tutti i giorni, non solo il 27 gennaio, assicurando che il suo non è un saluto formale ma
davvero di solidarietà con le Comunità ebraiche ma anche con quelle perugina e umbra, e del
nostro paese. Con l’obiettivo della pace, della sicurezza di Israele, del diritto del popolo
palestinese a una patria, secondo il fine di due popoli due Stati.

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