di Gennaro Avano*

Giovedì 30 gennaio 2025 l’associazione Italia Israele di Montefiore e Piceno ha partecipato alla cerimonia di conferimento dell’onorificenza “Giusto tra le Nazioni” ad Umberto Adamoli, ufficiale di forze armate e sindaco di Teramo durante il Ventennio. Uomo mosso da grande senso etico e profonda umanità, Adamoli riuscì a sottrarre numerosi cittadini ebrei dalla deportazione.
Il conferimento – attribuito dall’ambasciatore d’Israele a Roma, Jonathan Peled, intervenuto di persona – è stato anticipato da contributi delle autorità istituzionali e politiche che hanno manifestato apertamente una niente affatto scontata, solidarietà al mondo ebraico, cosa che lenisce le grandi tensioni del tempo difficile che viviamo.
Le massime cariche cittadine e regionali, concordi sul valore storico e sociale di questo conferimento,
hanno sottolineato il significato dirompente che assume l’esempio di questo Giusto, il quale, da quadro
organico al Regime, riuscì a individuare la via maestra distinguendo la verità dalla menzogna, il bene dal
male, la visione lucida dalla retorica di sistema. «Con la certezza» ha sottolineato il sindaco D’Alberto, che «la vita umana vale più di ogni ideologia e di ogni imperio».


L’ambasciatore Peled, diplomatico di grande spessore, ha saputo focalizzare e comparare il valore dei fatti commemorati con la cronaca; raffrontando la storia con le tragiche recrudescenze antisemite del presente: dai gravissimi fatti di Amsterdam agli attacchi alla Sinagoga di Bologna, chiudendo il suo discorso con un significativo e quanto mai pregnante concetto: «Bisogna sottolineare che l’antisemitismo è un problema per tutta la società italiana, e non soltanto per gli ebrei…».
Al suo discorso sono seguiti gli interventi toccanti degli istruttori della causa di riconoscimento; rappresentanze comunitarie e discendenti dei “salvati” di Adamoli.
Intenso e toccante, poi, l’intervento scritto dal presidente della Comunità ebraica triestina,
Alessandro Salonicchio, lette tramite la portavoce Daniela Misan: «Figure come quella di Adamoli sono luminosi esempi di resistenza civile basate sulla resistenza morale al male. Le loro storie diventano esempi
importanti anche sul piano didattico ed educativo, potendo costituire un esercizio di memoria attiva utile,
soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. I giusti tra le nazioni mostrano che si può, e si deve,
opporsi attivamente alle discriminazioni e alle ingiustizie».


Sono parole che tradiscono l’emozione del referente comunitario il quale ricorda il tributo altissimo delle
710 vittime della Comunità Giuliana, sottolineando, però, come proprio a Teramo alcune famiglie triestine
esperirono l’umanità di un uomo, e di un territorio, che le sottrassero a morte certa.
Subito a seguire l’intervento di Paola Fargion, istruttrice di una pratica di riconoscimento che ha trovato,
in poco più di un anno, a partire dal 7 dicembre 2023, l’approvazione dello Yad Vashem, l’Ente israeliano
addetto all’analisi delle documentazioni per il riconoscimento dei “Giusti”.
«Il suo valore» riferisce la giornalista «fu compreso subito come nel caso di Oskar Schindler. Le due
vicende presentano straordinarie analogie. Entrambi rispettivamente disobbedienti membri del partito
nazista e del partito fascista, entrambi in fuga e arrestati perché appartenenti ai due partiti, entrambi
scagionati e liberati grazie a due testimonianze sottoscritte dagli ebrei salvati da loro. Entrambi giusti tra
le nazioni ». Sono parole asciutte, quelle più scientifiche, ma – anche – quelle che meglio restituiscono la
contestualizzazione storica, i fatti, la verità scevra da emozione.
Emozione che non hanno invece potuto contenere i discendenti dei salvati; vale su tutte la testimonianza
toccante di Silvia Godelli, anziana cittadina barese, di famiglia ebraica, la quale così si esprime: « Sono
qui in rappresentanza di una famiglia ridotta all’osso […] discendenti di prima generazione, testimoni
diretti e ormai vecchi, dobbiamo affidare la trasmissione di questi fatti, – quando non ci saremo più – alla
pagine della storia. I giusti tra le nazioni con il riconoscimento dello Yad Vashem sono un tratto di quella
storia che dovrà parlare alle prossime generazioni e impedire che la memoria venga smarrita. Oggi, in
presenza, in una cerimonia di grande suggestione e della memoria di una grande personalità, Adamoli,
egli spregiò la propria sopravvivenza per garantire l’altrui sopravvivenza…».

Al termine di un suggestivo intermezzo musicale su temi della tradizione ebraica eseguiti dagli studenti
del Liceo Musicale “Delfico”, e dalla testimonianza di vari contributi storici operati da studenti teramani,
si è proceduto ad conferimento: l’attestato e la medaglia sono stati consegnati alla nipote del Giusto,
Clarissa Adamoli, che ricevendola dalle mani dell’ambasciatore l’ha contestualmente donata al Corpo
della Guardia di Finanza (in cui militò l’eroe) affinché sia esposta al museo dell’Arma ad imperitura
memoria.
A margine della cronaca vogliamo ringraziare, come Associazione di Ascoli Piceno e, ci sia concesso,
anche a nome della Federazione, il Prefetto di Teramo, Fabrizio Stelo, latore dell’invito, che ha
mostrato grandi doti organizzative e umane offrendo, senza clamori, un fondante contributo alla sicurezza dell’evento.

*Presidente associazione Italia Israele di Montefiore e Piceno
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