“Islam uber alles”. La società tedesca si è improvvisamente svegliata e si confronta con il problema della radicalizzazione e dell’estremismo islamico. Ma forse è già tardi.
Dalla Baviera alla Renania, dalla Svevia da Berlino ad Amburgo, la Germania è diventata il cuore dell’Islam predicatore e violento d’Europa. Peggio di Bruxeles, ed è quanto dire. Paese a maggioranza di immigrazione turca, anche se di recente si è manifestata la temibile presenza dei movimenti legati alla Fratellanza musulmana e ai salafiti. Loro, i salafiti, da sempre propugnano una Nahda, una rinascita culturale islamica. Anche con l’uso della forza.
In Germania i salafiti sono in costante crescita. Un rapporto dell’intelligence nazionale tedesca (BfV) rivela che siano raddoppiati in cinque anni, superando le 10mila unità. Il genere di rinascita a cui aspirano, da allora, non è mai cambiato e consiste nell’ambizione di implementare in tutto il mondo la sharia, la legge islamica, ritenendo corretta solo una lettura integrale e letterale di Corano. I salafiti sono certi di essere i veri seguaci dell’islam e lo sono perché emulano i primi “pii” musulmani, i salaf, professando la versione a loro avviso più autentica dell’Islam.
Di pio i salafiti hanno l’uso della spada, ma in senso tecnico. E adesso che sono arrivati anche in Europa, abbiamo imparato a capire anche noi cosa voglia dire. In Germania hanno visto il numero di salafiti raddoppiare negli ultimi cinque anni, e ora, per la prima volta, si è raggiunta la soglia dei 10.000. Ma c’è dell’altro, che pochi sanno: il servizio segreto tedesco è arrivato addirittura a stimare che la Germania sia diventata la patria di oltre 25.000 islamisti, dei quali quasi 2.000 rappresentano un’immediata minaccia per gli attentati. Il rapporto non è stato preso sotto gamba, ma rimane poco pubblicizzato. Il BfV stima che il numero di islamisti in Germania sia passato dai 24.425 del 2016 ai 25.810 del 2017. Eppure nel rapporto non vengono presi in esame i seguaci dello Stato islamico o di Al-Qaeda che vivono nel Paese, pertanto la stima risulta monca. E’ dato per certo, invece, che il più grande gruppo islamista di casa Scholz siano i salafiti.
Salafiti e jihadisti condividono la medesima ideologia, si differenziano principalmente per il modo in cui cercano di conseguire il loro obiettivo, “la teocrazia salafita”: diffondono l’Islam attraverso intense attività di propaganda – che descrivono come “lavoro missionario” (la “daʿwa”) per trasformare la società. Ma non escludono la violenza di ispirazione religiosa come mezzo per raggiungere gli obiettivi. Credono, infatti, che in virtù della pretesa di superiorità morale e universale dell’islam come piano divino necessario alla salvezza di tutta l’umanità, esso debba essere imposto con la forza se necessario.
Il rapporto dell’intelligence tedesca illustra come i salafiti stiano concentrando i loro sforzi di reclutamento soprattutto tra gli immigrati che cercano rifugio in Germania. Sotto l’apparenza di aiuti umanitari, gli islamisti riescono a radicalizzare gli immigrati. Visitano i campi per rifugiati e proprio a questo scopo offrono assistenza. E ovviamente mirano alle giovani menti, agli adolescenti non accompagnati, che in virtù dell’età sono particolarmente sensibili all’ “attività missionaria salafita”. E’ così che vengono iniziati alla radicalizzazione, ed è il motivo per cui il salafismo risulta la tendenza islamista in più rapida crescita in Germania. Il rapporto rivela, quindi, che “la scena salafita rappresenta il campo di reclutamento essenziale per la Jihad: quasi senza eccezione, i tedeschi che si sono uniti alla jihad erano stati precedentemente in contatto con la scena salafita”.
Ad essere particolarmente interessati al fenomeno sono gli stati federali della Germania orientale e settentrionale e la Renania Settentrionale-Vestfalia. Il rapporto del BfV fa anche un collegamento diretto tra l’aumento dell’antisemitismo in Germania e l’ascesa dei movimenti islamisti nel paese: “la propaganda islamista combina spesso motivi religiosi, territoriali e politici con la visione antisemita del mondo. L’immagine del giudaismo nemico costituisce un pilastro centrale nella propaganda di tutti i gruppi islamisti”. Il BfV ha registrato un cospicuo numero di incidenti antisemiti nel 2017 e lo ha legato esclusivamente ai gruppi islamisti attivi nel Paese. Striscioni anti-israeliani, sermoni antisemiti, attacchi verbali e fisici contro gli ebrei sono all’ordine del giorno in Germania, e come ieri lo sapeva la Merkel lo sanno bene anche gli attuali governanti.
Ma il rapporto del BfV accosta ai salafiti anche un’altra espressione dell’islam in Germania, il Millî Görüş (che in turco sta per “Visione Nazionale”). Il movimento conta circa 10.000 membri nel paese e si dice fortemente contrario all’integrazione musulmana nella società europea: l’obiettivo, ancora una volta, è sostituire l’ordine Occidentale con il “giusto ordine” islamico. Come se non bastasse, oltre ai salafiti e al Millî Görüş, il BfV stima che in Germania, attualmente, risiedono ben 1.040 membri della Fratellanza Musulmana, 950 di Hezbollah e 320 di Hamas.
Il risultato di questo sfacciato indottrinamento al quale il governo tedesco non sembra riuscire a porre fine sta nei gravi, recenti fatti accaduti. A settembre del 2024 gli agenti di polizia hanno notato un giovane sospetto con un fucile a ripetizione e la baionetta innestata nel quartiere Maxvorstadt di Monaco di baviera. Sembra che il giovane, all’arrivo degli agenti, abbia sparato, venendo poi ucciso nel conflitto a fuoco che ne è seguito. Il presunto attentatore si trovava nei pressi del Centro di documentazione nazista, del Consolato generale israeliano e dell’Amerikahaus. Il giorno precedente, tra l’altro, ricorreva anche il 52esimo anniversario dell’attentato agli atleti israeliani ai Giochi olimpici di Monaco.
Nell’aprile scorso, poi, ad Amburgo è andata in scena una mega-manifestazione durante la quale i gruppi islamici hanno chiesto l’istituzione di un “califfato”. Dopo che il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha condannato l’evento e ha invocato l’avvio di inchieste giudiziarie, il ministro degli Interni Nancy Faeser ha definito “incredibile” quanto accaduto nelle strade della città. Il governo federale ha quindi disposto uno stop a tutte le manifestazioni di matrice islamica. Dietro questa manifestazione c’è un gruppo che, secondo l’Ufficio per la protezione della Costituzione di Amburgo, è un’organizzazione estremista islamica a cui è stato vietato di operare dal 2003 e che è ideologicamente vicina all’islamista Hizb ut-Tahrir, che vuole stabilire un califfato basato sulla sharia.
Il leader del gruppo islamista Muslim Interactive è Joe Adade Boateng, che si fa chiamare però Raheem Boateng. Stando a quanto riportato dal quotidiano locale Hamburger Abendblatt, il 25enne studia per diventare insegnante all’Università di Amburgo, ma è una sorta di influencer islamista su Instagram e TikTok. Anche questa organizzazione si rivolge in particolare ai giovani musulmani che vivono in Germania, suggerendo una scelta apparentemente semplice, cioè quella tra tedesco o musulmano, Corano o Costituzione tedesca. Con l’acuirsi della crisi in Medio Oriente, il gruppo ha mobilitato i seguaci, (anche molte donne) in cortei e manifestazioni nelle quali hanno esposto cartelli con scritte come «la ragione di Stato uccide» e accusato i politici tedeschi di essere responsabili della morte di civili a Gaza con il loro sostegno a Israele. capo delle manifestazioni di piazza c’è un certo Raheem Boateng. Un agitatore pericoloso. Per loro, come si legge sui cartelli che innalzano al cielo impunemente “la soluzione è il Califfato”. Nonostante tutto questo, per la cronaca, Boateng non è ancora stato arrestato o espulso. E in germania i semi del male stanno già producendo frutti velenosi.
Approfondimento video: https://www.google.com/search?q=islamisti+germania&rlz=1C1GCEU_itIT1090IT1091&oq=islamisti+germania&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOdIBCTUyMzFqMGoxNagCCLACAQ&sourceid=chrome&ie=UTF-8#fpstate=ive&vld=cid:46b6efab,vid:nzV6hDkNErU,st:0
o anche: https://twitter.com/i/status/1784250261101265071
Fonti: Nuova bussola quotidiana, Pnorama, Ansa, Pressreader, Stern