«L’Italia esercita una forte influenza nel nostro Paese e siamo attenti ai sentimenti italiani perché le riconosciamo di essere aperta e franca nei nostri confronti. Può criticare Israele, come è legittimo tra amici. Ma offre anche un enorme sostegno in nome della chiarezza morale che nasce dal fatto che in Israele stiamo difendendo il mondo occidentale e libero. Siamo in prima linea sul fronte dello scontro di civiltà e di valori». Lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog, intervistato da La Stampa alla vigilia del suo viaggio a Roma. Per Herzog «l’Europa dovrebbe dimostrarsi altrettanto ferma al nostro fianco. Ma pochi, nel Vecchio Continente, sono disposti a schierarsi come l’Italia». Herzog avrebbe dovuto incontrare anche il Papa, se la sua salute lo avesse consentito: in merito alle osservazioni sulla possibilità che le azioni dell’esercito israeliano sui palestinesi di Gaza si configurino come genocidio, «respingiamo completamente ed energicamente l’accusa». Inoltre «ci aspettiamo che la Santa Sede capisca che quando combatti il male, lo combatti fino in fondo. E che comprenda che ci siamo difesi secondo il diritto internazionale». Dopo il 7 ottobre 2023, secondo Herzog l’invasione di Gaza era inevitabile: «Abbiamo agito in modo mirato e nel rispetto del diritto internazionale, con consulenti legali affiancati a ogni unità e sotto la supervisione della Corte Suprema. È stato ed è doloroso. Ma non credo che avessimo altra scelta». E a proposito del piano americano che prevede di mandare via i palestinesi dalla Striscia di Gaza per costruire una Riviera, «il presidente Trump è un grande amico di Israele e rispettiamo le sue idee e i suoi sforzi. Ha dato una scossa alla regione, e lo ritengo corretto, dicendo che il ciclo di terrore non può continuare. Nelle ultime settimane ha cambiato alcune dichiarazioni, ma in sostanza sta spingendo per sradicare il terrore a Gaza, coinvolgendo i nostri vicini, gli egiziani e i giordani, perché è anche nel loro interesse. E con l’Arabia Saudita, i partner degli Accordi di Abramo e i palestinesi moderati dobbiamo lavorare insieme a un piano che sia fattibile, che abbia senso e che cambi la storia, con il supporto degli Stati Uniti».

«La voce dell’Italia risuona forte nella coscienza pubblica israeliana», tra i due Paesi c’è un «rapporto forte» e «per noi fa una grande differenza sapere chi sono gli amici»: lo ha detto il presidente di Israele, Isaac Herzog, nella conferenza stampa congiunta al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ringraziato per la sua presenza alla cerimonia commemorativa ad Auschwitz. Il suo gesto, ha aggiunto Herzog, «significa molto per noi, per il popolo ebraico». Herzog ha poi annunciato che «stasera incontrerò i membri della comunità ebraica italiana nella Grande Sinagoga (di Roma), segno della forza, del legame e della vivacità della comunità. Il messaggio che deve uscire da tutte le comunità d’Europa è che ogni forma di antisemitismo è inaccettabile».

“Siamo vicini a Israele in questi giorni tristi in cui si acuisce il dolore per l’inaccettabile e disumana strage del 7 ottobre con la restituzione dei corpi degli ostaggi». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro con il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog. «Difendiamo il diritto di Israele alla sicurezza. Se è vero che non c’è pace senza sicurezza -ha sottolineato il capo dello Stato italiano- è anche vero che non ci può essere sicurezza senza pace. Per avere una pace reale nel Medio Oriente bisogna assicurare una concreta prospettiva di futuro ai palestinesi, con ovviamente l’esclusione di Hamas”. Durante i colloqui sono state affrontate le questioni che riguardano l’intera area, con riferimento alla situazione in Libano, Siria, Iran e Libia.

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