di Marco Del Monte
Abbiamo detto più volte che il 7 ottobre ha segnato indelebilmente una linea di demarcazione netta tra un prima e un dopo.
Dopo il 7 ottobre in occidente è iniziata un’oscura manovra per scrivere la storia di un popolo che non è mai esistito, cioè il popolo palestinese, a scapito, ovviamente degli ebrei che sono stati in simbiosi con quella terra da quattromila anni, sia pure molto spesso in minoranza con altre etnie. Ma si badi bene, non è l’Eneide scritta da Virgilio per deizzare e nobilitare le origini di Augusto.
Per conseguire questo obiettivo sono scesi in campo fior di storici improvvisati ed anche qualche “pezzo da novanta”. Innanzi tutto, con una spregiudicatezza che non ha confini si è letteralmente bypassata la storia vera scritta da Svetonio, Tacito, Giuseppe Flavio, ma soprattutto con un colpo di spugna le stesse autorità religiose cristiane appaiono voler mettere nell’ombra il Vangelo di Giovanni.
Già da anni è scomparso dai calendari occidentali il significato del primo gennaio, che è sempre stato il giorno della circoncisione di Gesù; da lì è cominciata una demolizione strisciante dei simboli ebraici del Cristianesimo delle origini.
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In un libro bellissimo intitolato la “Madonna”, invece, la scrittrice ed etnologa Ida Magli racconta la storia di Maria, una bimba ebrea prescelta per adempiere la volontà di Dio.
Accantonate una alla volta queste radici, si è cercato di equiparare lo scarso rispetto per la donna che hanno in comune l’Islam e l’Ebraismo: niente di più falso. Lo studio approfondito della Toràh porta invece ad interpretare i vari episodi sostanziali come un insieme di storia e regole volto a salvaguardare la donna ed il rispetto che le è dovuto.
Non sfugge neanche al più distratto che a portare l’umanità sulla via della ragione e della conoscenza del bene e del male sia stata la “prima donna, Eva”, come poi troviamo la forza e la discrezione di Sara, moglie di Abramo, la pervicacia di Rivkà, l’agire dietro le quinte di Lea, l’estro di tutte le donne che dipingono e ricamano gli arredi del Tabernacolo del deserto.
Gli Ebrei non chiudono la donna nella tenda e non la rinchiudono in un’armatura scrigno, lasciandole l’iniziativa di agire e lavorare per l’educazione dei figli e per il bene della famiglia.
L’Islam, al contrario, propone la donna vergine come premio per chi lascia la vita per la jihad; come vestono è sotto gli occhi di tutti, ormai. Abbiamo visto Ursula Von der Layen buttata (in una riunione ufficiale) su un divano fuori del cerchio degli uomini.
Nei kibbutzìm israeliani il ruolo della donna è assolutamente paritario ed anzi ricorda e supera il ruolo femminile nell’economia del ghetto, cui ci costrinse qualche bolla papale.
La donna ebrea, in quanto tale, quindi, il 7 ottobre è stata profanata e violata come si fa per un luogo sacro: sottoponendola cioè a una disumanizzazione senza precedenti, infierendo sui corpi e sui cadaveri per non permettere loro la resurrezione: hanno coscientemente operato delle mutilazioni a questo scopo.
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Anche la visione della vita sessuale per certi fanatici è un’ossessione: vanno sempre a colpire per prime le parti intime sia delle donne che degli uomini, ricordando un solo animale: la jena ridens.
La visione dell’ebraismo intero è stata profanata il 7 ottobre da un’orda di barbari, al cui cospetto Attila e Gengis Khàn appaiono timidi scolaretti.
Del mercanteggiamento sui cadaveri abbiamo parlato ieri ed oggi è giocoforza parlare dello stermino della famiglia Bibas, con il più piccolo rapito a soli nove mesi: una crudeltà nella crudeltà: la famiglia Bibas è la sintesi della miseria morale di chi ha provocato il 7 ottobre, con l’intento dichiarato di distruggere Israele e gli ebrei.
A proposito di Gengis Khan, questi era sì crudele ed è passato alla storia per questo, ma fu un uomo a suo modo colto, che a volte salvaguardava i nemici che sapessero suonare l’arpa: come il re Saul con Davide, il pastorello; mentre questi assassini non mi pare che abbiano dato qualcosa all’umanità.
Per chiudere, pensiamo che la signora Bibas rientri di diritto tra le madri d’Israele, anche se ha potuto vegliare sui suoi figli un solo soffio di vita, portata via da barbari sanguinari, che confondono il senso della vita con il desiderio di dare la morte e morire in modo per loro glorioso.
Articolo struggente
articolo scritto col cuore e con l’intelletto, e tanta com-passione. grazie
“Ora Colui che realizza la pace nelle Sue altezze, realizzi la pace per noi e per tutto Israele- Amen”