di Cristina Franco, Presidente Associazione Italia-Israele di Savona.
Quello che si è verificato ieri in Campus Einaudi è stato un grave attacco alla libertà e alla democrazia.

Agli studenti del Gruppo Vogliamo Studiare cui aderiscono diverse sigle dell’associazionismo universitario italiano e Studenti per Israele è stato impedito ieri di accedere alle aule per svolgere la (da tempo) prevista conferenza.
La prof. avvocato Giovanna Pacchiana Parravicini aveva da tempo richiesta la prima autorizzazione al dipartimento competente presentando un programma e una locandina dal titolo “Contro l’antisemitismo e la violenza nelle università italiane” indicando chi sarebbero stati i relatori. La prima autorizzazione non era stata concessa da Unito perché, udite udite, come ben risulta da scambio di corrispondenza, la parola “contro” non è inclusiva, non in linea con le regole di inclusività del linguaggio di Unito e il tema dell’antisemitismo e della violenza nelle università sarebbe stato provocatorio e divisivo, visto che a Torino (altra assurdità) mai ci sarebbero state violenza e occupazioni (sic!!). Agli organizzatori è stato così chiesto di modificare la richiesta e la locandina per renderla più “inclusiva” e anche banale oltre che basic. Gli organizzatori e la professoressa Pacchiana hanno deciso di adeguarsi alle astruse richieste ritenendo che la sostanza poi non cambiasse. Si è presentata una seconda richiesta e una seconda locandina dal titolo “presentazione del Manifesto per il diritto allo studio e per un dialogo costruttivo” chiedendo di tenere ferma la disponibilità dell’aula che si era richiesta per ieri martedì 11 marzo alle ore 16. La direttrice di dipartimento, ossia colei che ha potere autorizzativo, più volte scrive e dice alla Professoressa Pacchiana che l’evento che “ha autorizzato” dovrà svolgersi assolutamente in presenza della professoressa per assicurare che il tema rimanga quello della seconda locandina, ciò che le viene garantito. la direttrice dipartimento lunedì pomeriggio informa del fatto che è cambiata l’aula, passando dal primo piano al piano terra. Nel pomeriggio di lunedì 10 marzo inizia il tam tam dei gruppi propal e circola il volantino per cui si sarebbe occupata la main hall del campus per impedire l’evento degli studenti di Vogliamo Studiare. L’amministrazione universitaria si inquieta, visto che il martedì 11 è anche giorno di lauree e cominciano i messaggi criptici per cercare di bloccare e ricalendarizzare l’evento. Tutto risulta confermato e autorizzato ancora la mattina di ieri, in cui la professoressa Pacchiana si trova costretta, pur di poter mandare avanti l’iniziativa, a garantire alla direttrice di dipartimento che avrebbe filmato l’evento perché, se avesse visto che il tema in discussione fosse virato rispetto a quanto autorizzato, lei avrebbe fermato tutto. E’ triste dover dire che si dovesse fermare tutto se i ragazzi avessero provato a parlare non in termini di “dialogo costruttivo” ma contro le occupazioni e la propaganda di odio che innegabilmente impregna gli atenei italiani.
Alle ore 11,52 la direttrice informa la professoressa Pacchiana che (nonostante avesse più volte scritto che aveva autorizzato l’evento e che aveva evaso la sua richiesta di autorizzazione assegnando altra aula, chiedendole di essere presente) che l’iter procedurale autorizzativo non si sarebbe in realtà concluso, per quale motivo non è ancora ora dato capirlo. Perché, si ribadisce, le diverse emails in cui la direttrice scrive nero su bianco di aver autorizzato sono incontrovertibili e su queste si è creato un evidente affidamento da parte degli studenti e della docente che ha richiesto l’iniziativa.
Grave che verso le ore 15.30, mentre i ragazzi di Vogliamo Studiare erano bloccati dalle forze dell’ordine sul ponte antistante l’ingresso del Campus, davanti al Campus e nella main hall di questo stesse iniziando e proseguisse regolarmente l’evento propal “fuori i sionisti dall’Università”, evento non autorizzato ma che, sempre secondo la direttrice di dipartimento, non necessitava di autorizzazione alcuna perchè la main hall può essere usata (e abusata) da chiunque e in qualunque momento per esprimere la propria libertà di pensiero. Buono a sapersi per il futuro.
Sul ponte la direttrice di dipartimento, in una arrampicata sugli specchi, cercava poi di giustificare l’inspiegato improvviso cavillo burocratico per cui un’iniziativa che aveva autorizzato non era più autorizzata “per incompleto iter”, in un lungo acceso confronto davanti ai media con la Professoressa Pacchiana che mostrava alla stampa i chiarissimi messaggi scambiati con il dipartimento, in cui tutto era detto a chiare lettere e che l’evento era stato autorizzato. La direttrice tentava in modo per nulla convincente di contestare ai ragazzi il fatto che ancora circolassero le vecchie locandine (contro l’antisemitismo e la violenza nelle università), cosa per lei gravissima (manco fossero un appello al terrorismo) ma che chiaramente non dipendeva dai ragazzi che avevano anzi accettato di modificare tutto per rispettare, seppur a malincuore, le indicazioni di UniTo. La direttrice cercava in modo grossolano anche di giustificare l’incomprensibile negazione di prima autorizzazione per “non inclusività” al tema del programma “contro l’antisemitismo e la violenza nelle università”; forse, si chiede provocatoriamente, avrebbe autorizzato se fosse stato richiesto “a favore”?
Episodio gravissimo che dimostra ancora una volta di quanto lavoro occorre svolgere nelle università italiane, dove non solo i movimenti propal e collettivi vari impediscono il legittimo confronto di opinioni, ma anche con gli uffici sempre più intimoriti e a volte complici. L’iniziativa sarà ripresentata e sarà nuovamente chiesto che sia autorizzata sul tema dell’antisemitismo e della violenza nelle università, come parti essenziali del diritto allo studio e del ripristino del rispetto totale per le opinioni di tutti negli atenei italiani, senza prevaricazioni. Perchè le università tornino ad essere luoghi di confronto e di dialogo, di formazione e palestra di diritti.
PS Solo chi conosce come si sono svolti i fatti dall’inizio alla fine ed era presente ieri può commentare e giudicare. Evitiamo protagonismi e troppo facili critiche da assenti.
Ero a Torino per ascoltare la conferenza ma un manipolo di un centinaio di Hamas ha occupato il campus e fatto un comizio in collegamento con Moni Ovadia e striscioni cantando “intifada fino alla vittoria. Palestina libera dal fiume al mare” il tutto consentito dalla dirigenza della università di Torino che ha detto “siamo in democrazia” – questo è tutto.
Imbarazzante gestione da parte di Unito che tutela i violenti e censura chi segue le regole per ottenere luoghi previsti dall’ordinamento . Un corto circuito che riguarda anche
Ministero dell’istruzione intende agire io
Governo ?