Così aumenta l’antisemitismo – scarica relazione CDEC

Negli ultimi anni l’antisemitismo è cresciuto a livello mondiale anche a causa della crisi economica, dal complottismo, l’incertezza, la globalizzazione come minaccia identitaria, della frustrazione sociale. Ma oggi soprattutto è amplificato dalla guerra Israele-Hamas.
Di recente l’Osservatorio sull’Antisemitismo – uno dei settori del Centro di documentazione ebraica contemporanea – ha stilato il suo ultimo e più aggiornato rapporto. Molto allarmante. Eccone una sintesi.

Rispetto al passato, la forza politica dell’antisemitismo oggi si manifesta in molti modi: dalle marce antisraeliane (dentro le quali c’è chi chiede la morte degli ebrei), agli atti terroristici islamisti o della destra radicale contro ebrei e sinagoghe, agli stereotipi culturali o alle insinuazioni dall’antisemitismo virale che si diffondono sui social media, rafforzando la giudeofobia e gli atteggiamenti antiebraici. Questo tipo di antisemitismo attuale è la conseguenza di più fattori concomitanti:

  • Lo sviluppo da decenni del pensiero complottista come chiave di lettura del mondo.
    Le teorie del complotto sono condivise da chi è ostile alle istituzioni e al sistema, da chi pensa che i giornalisti, i politici e gli scienziati siano corrotti; sono diffuse soprattutto nelle aree dell’estremismo di destra ma anche di sinistra, veicolano discorsi di rivincita contro il sistema che vogliono demolire. Nella retorica complottista gli ebrei vengono rappresentati come lobby (vedi anche le vergognose frasi di Ceccherini in occasione degli Oscar), come uno dei poteri forti capaci di influenzare occultamente la politica e la società mondiale. Il complottismo aumenta con la disintermediazione e con il disordine informativo.
  • La rappresentazione di Israele e del sionismo come espressioni del capitalismo che da decenni viene diffusa dai movimenti “antagonisti”. L’antisemitismo veste i panni della solidarietà filopalestinese e in generale della rappresentazione di Israele come avamposto dell’Occidente, persecutore dei poveri del mondo, ma utilizza argomenti antiebraici.
  • La crescita della matrice islamica in cui le motivazioni religiose si saldano con quelle politiche di contrasto a Israele, che assimilano gli ebrei ai sostenitori della politica israeliana. In Italia questa matrice sta diventando più rilevante, come si può riscontrare nel linguaggio e negli atteggiamenti di gruppi di seconda generazione di origine araba e nordafricana nelle manifestazioni pro-Palestina degli ultimi mesi.
  • L’attacco del 7 ottobre e la conseguente guerra a Gaza ha prodotto una poderosa reazione antiisraeliana. Specie da parte di alcune correnti filopalestinesi, di estrema sinistra, di movimenti antagonisti, reazioni che spesso hanno assunto i caratteri di una più generale ostilità antiebraica. Dopo il 7 ottobre sono aumentate le manifestazioni di ostilità in molte parti del mondo. La risposta militare di Israele ha avuto una risonanza e visibilità mediatica estremamente forte, emotivamente drammatica, che ha prodotto reazioni quasi compatte. Le piazze europee si sono riempite di manifestanti solidali con la causa palestinese, ostili ad Israele. Rapidamente sono aumentati gli episodi – anche gravi – di antisemitismo
  • L’Italia è un Paese con una percentuale intorno al 10% di antisemitismo esplicita ma con una ampia area di pregiudizi antiebraici che si possono tradurre in ostilità, e le parole d’odio si traducono in azioni spregevoli contro gli ebrei: le pietre di inciampo vandalizzate a Roma, le case segnata con la stella di Davide, gli insulti e minacce telefoniche, le molotov contro una sinagoga di Berlino. Per offendere vengono utilizzati svastiche, inneggiamenti a Hitler. Con la guerra in Israele, le reazioni espresse evidenziano la parzialità e superficialità delle informazioni e dei giudizi su un conflitto di lunga durata come quello israelo-palestinese.
  • Più di un terzo degli italiani (36%) dichiara di sapere poco o nulla di quanto è successo a partire dall’attacco di Hamas del 7 ottobre; il 40% si ritiene abbastanza informato e solo un quarto circa (24%) pensa di conoscere la vicenda in maniera approfondita. (Ipsos)
  • Il pregiudizio antisemita contemporaneo si esprime soprattutto in tre forme. La prima comprende i pregiudizi e stereotipi tradizionali che attribuiscono caratteristiche sfavorevoli agli ebrei e sono adatti ad esprimere odio. La seconda manifestazione si esprime con la negazione o la relativizzazione della Shoah. Infine, la terza forma si manifesta nell’espressione di opinioni antisraeliane che vanno oltre i limiti della critica politica in cui Israele è condannato.
  • Gli atteggiamenti «partigiani», come detto, sono minoritari. Ma se il 6% ritiene che l’Italia dovrebbe appoggiare Israele senza tentennamenti, il 15% pensa invece che si dovrebbero appoggiare i palestinesi pur condannando Hamas e un’esigua minoranza (il 2%) appoggerebbe in toto i palestinesi, senza condannare Hamas per alcuni atti mai attribuiti ad altri Stati e dove la condanna si riversa dallo stato ebraico a tutti gli ebrei.
  • La maggior parte dei casi rubricati all’Osservatorio antisemitismo rientrano generalmente nella tipologia diffamazione e insulti, ovvero narrative/pregiudizi/stereotipi antisemiti applicati alla realtà virtuale (es. post offensivo sul web sociale) o al mondo reale (esempio: discorsi antisemiti al bar o al supermercato). Questa tendenza è consolidata, ma dopo il 7 ottobre si è verificata una netta rottura con il passato, con circa metà degli atti contro gli ebrei che si consumano offline: minacce di morte scritte sui muri interni di locali frequentati da ebrei, mezuzah strappata dalla porta, lettere minatorie inviate a comunità ebraiche, aggressioni (verbali e fisiche) a studenti in scuole ed università, forte incremento dell’attività dei gruppi BDS11 in alcune università, molestie e pressioni ai danni di studenti ebrei e/o israeliani, vandalizzazioni di case e proprietà di ebrei.
  • Il conflitto in corso contro i terroristi di Hamas a Gaza e dinotrni non ha certo aiutato a diluire i sentimenti di odio. Ipsos in un sondaggio del 2 novembre pubblicato su Corriere della Sera ha indagato le reazioni degli italiani rispetto all’offensiva di Israele a Gaza: Il 58% degli italiani sostiene che l’offensiva di Israele a Gaza sia una catastrofe umanitaria che una democrazia non può causare.
Download “Relazione Antisemitismo 2023 del CDEC” Relazione-antisemitismo-2023-italiano.pdf – Scaricato 39 volte – 3,36 MB

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