Un documentario di circa 50 minuti in cui le vittime superstiti, i familiari e i soccorritori raccontano «le violenze sessuali» anche «di gruppo» commesse dai i terroristi di Hamas contro le donne israeliane nell’attacco del 7 ottobre. A presentarlo, in una sala del Senato a Santa Maria in Aquiro, è la senatrice di Azione, Maria Stella Gelmini, alla presenza dell’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, e di altri parlamentari tra cui la presidente della Commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama Stefania Craxi. Promuovere la visione di «Screams Before Silence», spiega Gelmini, “è un’iniziativa trasversale che serve per prendere coscienza di quanto è accaduto il 7 ottobre» quando «il corpo delle donne è stato usato come un’arma di guerra». «Si tratta di testimonianze storiche – incalza Maria Elena Boschi di Italia Viva – che vanno viste e ascoltate affinché nessuno dopo possa dire ‘non lo sapevo'”. La deputata, che punta il dito contro «i terroristi di Hamas» e le «violenze che hanno inferto alle giovani israeliane», dice che «ora bisogna scegliere da che parte stare» e «noi di IV – assicura – siamo dalla parte di Israele».
E dalla parte di Israele si schiera anche il senatore di FDI Marco Scurria che, a proposito della guerra in corso dal 7 ottobre in cui hanno perso la vita oltre 39mila palestinesi, dichiara che «se la guerra non fosse stata così”, come quella portata avanti dal premier Netanyhu, che però non nomina mai nel suo intervento, «non avremmo scoperto tante cose come il fatto che l’Agenzia dell’Onu» sia «una copertura di Hamas». Quindi, dichiara di essere «contento» del fatto che il suo gruppo sia riuscito a bloccare il convegno», quello organizzato nei giorni scorsi dall’Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina con l’avvocato Nicola Quatrano, «al quale avrebbero dovuto prendere parte un terrorista palestinese e un antisemita dichiarato». Soddisfatto che quel convegno non si sia tenuto è anche un altro senatore di FDI Giulio Terzi di Sant’Agata che esprime totale condivisione nei confronti di Israele e della sua «azione contro i terroristi di Hamas» che «vanno eliminati». L’ambasciatore Alon Bar ricorda poi come le violenze descritte nel documentario siano state anche «denunciate in un rapporto delle Nazioni Unite» e spiega come mostrare il video serva «a denunciare a voce alta» quanto avvenuto per «chiedere giustizia per le vittime e condannare coloro che si sono macchiati di questa infamia».
Contro il fatto che nelle guerre spesso si usi «il corpo delle donne come arma» si scaglia anche la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (PD), mentre la leghista Stefania Pucciarelli si dice «molto preoccupata» per le proteste degli studenti che chiedono di interrompere la collaborazione con gli atenei israeliani osservando con forza come «Hamas vada annientata completamente». «Non possiamo accettare che le donne israeliane – osserva Boschi – vengano trattate come vittime di serie B». «Queste violenze vanno denunciate» è l’appello di Craxi. (ANSA).