di Marco Del Monte
Nel 1968, quando i movimenti studenteschi erano una cosa seria, il motto più gettonato era questo: una risata vi seppellirà ed era rivolto ai gruppi economici, al governo, insomma al potere in genere.
Questi movimenti gettavano l’occhio pure sulla politica internazionale e non erano per principio contro gli Stati Uniti, ma mettevano nel mirino anche l’Unione Sovietica.
In genere ponevano in evidenza la tristezza del potere e la sua incapacità di sorridere di se stesso; ricordiamo tutti l’altra esortazione a mettere i fiori nei cannoni, si inneggiava all’amore libero, insomma una cosa seria.
Oggi, invece, sono di una tristezza e uno squallore allucinante; il loro obiettivo unico è quello di liberare la Palestina ed appoggiare tutte quelle istituzioni che seguono lo statuto del movimento BDS, ovviamente sostenendo chi è contro Israele.
Il diritto-dovere allo studio è sostituito da un’autoreferenzialità che li mette al riparo da ogni critica, ma sarebbe più opportuno dire che questi ragazzi si sentono al riparo da ogni critica, facendo come lo struzzo che, mettendo la testa sotto la sabbia, crede di non essere visto. In Calabria si dice che fanno come ‘u sceccu ‘nto lenzolo, cioè l’asino sotto il lenzuolo.

Ignorando storia, geografia, scienze politiche e soprattutto l’educazione civica si intrufolano in tutte le manifestazioni portando in giro quella bandiera cui è stato aggiunto il triangolo rosso di Hamas, che copia maldestramente il triangolo rosa che i nazisti mettevano sui vestiti degli omosessuali.
Sul Foglio di martedì 18 marzo in prima pagina ho letto una notizia che dà corpo a tutto ciò che si stava dicendo, perché l’ONU ha dimostrato una volta di più di far parte di quel gruppo di istituzioni che fanno a gara con i movimenti di cui parlavamo per dimostrare al mondo chi è più ridicolo.
L’ultima invenzione dell’ONU è quella di accusare Israele per crimini sessuali perché i militari fanno spogliare i terroristi che catturano, prima di dar loro una “divisa”.
Questa operazione è condotta ovviamente per accertare se i soggetti fermati o arrestati o fatti prigionieri non abbiano in dosso cinture esplosive, coltelli, tirapugni etc, a meno che non si voglia pretendere che ogni soldato abbia con sé una Macchina per i raggi X oppure non si pretenda di mettere la divisa sopra i vestiti del prigioniero.
Presa in sé la cosa non fa nemmeno ridere, perché dimostra una volta di più di quanto gli islamici abbiano bisogno, prima di ogni altra cosa, di fare pace con il sesso, ringraziando il proprio dio di averli fatti nascere uomini.
Oddio, anche le donne non è che si trovino meglio nel dover reprimere pure il desiderio di prendere il sole, ma l’ONU ha stigmatizzato pure il fatto che alle signore e signorine fermate viene fatto togliere il velo per riconoscere eventuali travestimenti: per dire, il coraggioso Yahja Sinwar, l’intrepido patriota, girava con un velo da donna, per non farsi riconoscere.
Di queste situazioni ne nasce una al secondo, come la nuova invenzione della Coca antigenocide, perché ormai per far passare questo termine infamante usano di tutto.
Insomma si chiede ad Israele di fare la parte del tacchino nel giorno del ringraziamento.
Approfondendo la questione dello “spogliarello” si apprende che questa accusa è mossa dalla commissione ONU per i diritti umani e delle donne, presieduta dall’Iran; in effetti le comiche di Renato Pozzetto e Paolo Villaggio impallidiscono di fronte a tanta protervia.
Vedendo bene il nome di questa commissione la cosa diventa ancora più ridicola (anche perché gli interessati la recitano seriamente): notiamo che c’è scritto diritti umani che, stando al termine latino e riguardando l’umanità, dovrebbe comprendere anche le donne. Perché, invece, viene scritta esplicitamente la parola donna…?
Gira gira torniamo sempre all’inizio, come il gioco dell’oca: questa gente ha seri problemi nei rapporti umani e ancor più seri nei rapporti sessuali.
Magari un giorno, svegliandosi cadendo dal letto qualcuno si accorgerà che tutta questa storia è ridicola e sarà finalmente sommerso da una risata oceanica…!!!
Marco Del Monte, ingegnere