Nella Sala della spoliazione della Curia vescovile di Assisi – presenti l’Ambasciatore d’Israele Jonathan Peled, accompagnato dalla responsabile del Dipartimento Affari Pubblici dell’Ambasciata, Ophir Eden; la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, il sindaco di Assisi Valter Stoppini, la Presidente del Consiglio comunale di Perugia Elena Ranfa e il vescovo della Diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo Tadino e Foligno, Monsignor Domenico Sorrentino, si è tenuta una cerimonia emozionante e coinvolgente: la
proclamazione del conferimento del titolo di Giusto tra le Nazioni, istituito dallo Yad Vashem di
Gerusalemme nel 1962, alla memoria, a Lina Berellini che agì, come richiesto dalla Commissione
giudicante, guidata dalla Suprema corte di Giustizia israeliana, “in modo eroico a rischio della
propria vita e senza interesse personale, di natura economica o di altro genere”. Come è noto, si
tratta di una onorificenza assegnata sulla base di testimonianze di sopravvissuti e documenti
verificati, a non ebrei che hanno salvato ebrei durante la Shoah, “giusti” delle più varie classi
sociali, ambienti, etnie che inconsapevolmente hanno seguito la massima talmudica: “Chi salva
una vita salva il mondo intero”. L’Ambasciatore d’Israele ha introdotto la breve cerimonia con
parole chiare e forti ed ha quindi consegnato la medaglia e il certificato d’onore a Lina Apostolico,
nipote della Berellini, il cui nome rimarrà per sempre iscritto nel Giardino dei Giusti del Museo dello
Yad Vashem. A seguire è stata offerta ai presenti una visita guidata del “Museo della Memoria,
Assisi 1943-1944”, a cura della responsabile Marina Rosati.
Presente anche l’Associazione Italia-Israele di Perugia, nelle persone del nuovo presidente Alberto
Krachmalnicoff e della nuova vicepresidente e past-president Maria Luciana Buseghin che hanno
particolarmente apprezzato gli interventi dell’ambasciatore Peled e di Sergio Calef, uno dei salvati.
L’Associazione ha incoraggiato e sostenuto la presentazione della documentazione da parte di
Fiorella (9 gennaio 1938) e Sergio (10 maggio 1941), i bambini figli di Luciano Calef e Liliana
Sadun che nel 1943 furono salvati da Lina Berellini che, entrata a far parte della famiglia Calef tra
1940 e 1941, vi rimase per una deroga della Questura di Perugia al provvedimento “in difesa della
razza”, nonostante fosse “italiana di razza ariana”, e li accudì amorevolmente nei lunghi mesi di
fuga della famiglia. Scrisse Luciano nelle sue memorie: «Era con noi la nostra cara e fedelissima
Lina Berellini, giovane, robusta e coraggiosissima…. ha diviso con noi tutte le peripezie di quel
periodo angoscioso». Lina, dopo il 16 ottobre 1943, portò via con sé i bambini, affidateli insieme ai
beni di famiglia, per sottrarli ai rastrellamenti nazi-fascisti, verso Pitigliano, località di origine della
Sadun. Luciano Calef, già direttore dell’acquedotto di Perugia e quindi degradato a fontaniere
causa le leggi razziali, si separò dalla famiglia per unirsi alla Resistenza. La famiglia e Lina si
riunirono a Perugia nel novembre 1944; nel 1947 Lina si sposò con Vincenzo Apostolico e,
purtroppo morì prematuramente nel 1963.
Una storia di coraggio e di nascondimento, di eroismo umile, sconosciuta ai più sino a che la
prof.ssa Elena Antonelli di Perugia la scoprì nell’inverno 2017, nello stesso anno in cui i Calef
entrarono in contatto con Lina Apostolico, nipote della Berellini. Questa vicenda, infatti, fu oggetto

di ricerca in una unità formativa docenti/studenti, nel laboratorio didattico seguito dalla Antonelli,
nel quadro di un progetto dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea dedicato alla
memoria delle leggi razziali a 80 anni dalla loro promulgazione. I risultati sono stati pubblicati nel
saggio di Elena Antonelli, Una memoria ritrovata: Lina Berellini e la famiglia di Luciano Calef, nel
volume Le leggi razziali nell’Italia fascista, a cura di Alba Cavicchi e Dino Renato Nardelli. Nel
2020 a Lina Berellini è stato dedicato un albero – con relativa targa: (1920-1963) Giovanissima, a
rischio della vita, ebbe cura di Fiorella e Sergio Calef, proteggendoli dalla persecuzione antiebraica
e dalla guerra – nel Giardino dei Giusti della Biblioteca di San Matteo degli Armeni a Perugia, su
proposta dell’Associazione Italia-Israele di Perugia. Infine, nel 2023 è uscito un saggio di Buseghin
sulle vicende degli ebrei a Perugia tra 1938 e 1944, con un approfondimento sulla famiglia Calef,
nel volume Perugia 1943-1945 a cura di Ruggero Ranieri.

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