di Marco Del Monte

Sono ormai passati quasi due anni dal 7 ottobre 2023 e si è solo accennato a una “strana” coincidenza, ossìa il giorno dell’attentato al Tempio Maggiore di Roma (1982). I due episodi hanno tre cose in comune: era Sabato ed era contemporaneamente Sheminì atzeret e sono stati entrambi perpetrati da terroristi palestinesi.
Sheminì atzeret per la liturgia ebraica è il giorno della benedizione dei bambini e gli attentatori sono stati molto “attenti” a rispettarlo. Perché evidenzio il fatto che si tratta del giorno della benedizione dei bambini…? Perché ora con monotona narrazione ogni giorno si parla di bambini uccisi, trattando la cosa come se fossimo al Luna Park e dimenticando volutamente che si tratta di una guerra cosiddetta asimmetrica, tra un esercito regolare e due potenti eserciti irregolari (Hamas ed Hetzbollàh).
Il primo è costretto a rispettare regole di ingaggio precise, gli altri due ovviamente no e quindi, per assurdo, il singolo “irregolare” può essere minorenne oppure può portare il bambino alle “giostre”.
Ma, come dice il generale Vannacci nel suo contestatissimo libro, il mondo va al contrario e, quindi, mentre l’irregolare può sparare dal cortile di un ospedale, da una chiesa, di una moschea, da una panetteria, il regolare deve badare a non uccidere civili.
Di una quisquilia, invece, non si parla mai, forse per evitare di riconoscere la differenza con l’esercito di Israele: il 7 ottobre da Gaza sono partiti cinquemila missili e circa mille droni per saturare le difese aeree.
Nel periodo successivo tra Gaza e Libano sono stati sparati una media di cinquecento razzi al giorno, per un totale di circa duecentomila missili, ovviamente lanciati sull’intero territorio di Israele, dove evidentemente c’erano in prevalenza civili, che, essendo quasi tutti ebrei, potevano essere tranquillamente massacrati.
Sulla questione silenzio totale: se muore qualche soldato si dice il numero, come ad Auschwitz e basta, mentre le scene, trite e ritrite mostrano con cadenza spettrale cadaveri di bambini, come se la guerra la facessero solo loro e senza considerare che i bambini dall’altra parte si salvano perché qualcuno ha inventato l’iron dome.
I propal si lamentano che Israele vende armi che nessuno boicotta, mentre tutto il resto si, dimenticando che anche in Italia l’unica voce di bilancio spudoratamente attiva è quella della vendita delle armi.
Noi italiani siamo bravissimi a progettare e produrre ogni tipo di mina (comprese quelle vietate) e sintemi di puntamento all’avanguardia che il Ministero della Difesa non acquista per l’altissimo costo: roba da non credere.
Questo continuo centellinare ogni morte infantile nei campi profughi non è più una notizia, ma diventa propaganda e col passare del tempo un vero e proprio lavaggio del cervello.
Trascuro, per carità di patria, la contabilità ritrovata nei tunnel dei due gruppi irregolari combattenti che supera di almeno dieci volte il bilancio di uno stato sovrano e pacifista come l’Italia.
Lo strano primato di Israele è quello di avere tutti contro nonostante la smaccata evidenza.
Dulcis in fundo e sempre con un pensiero rivolto al generale Vannacci: la popolazione di Gaza in quest’ultimo anno è aumentata di almeno 100.000 persone, alla faccia del genocidio..!
Mi chiedo con quale spirito umoristico anche Amnesty International o addirittura l’ONU parlino di genocidio..?

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