di Giuseppe Crimaldi

Stravagante? Inaccettabile? Oscena? Come potrebbe definirsi altrimenti la mozione congiunta su Gaza – sottoscritta da Partito Democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra – per chiedere 10 impegni a partire dal riconoscimento dello Stato di Palestina fino alla liberazione degli ostaggi?

L’hanno presenta alcune ore fa, nel corso di una conferenza stampa, i leader dei tre partiti di opposizione Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Una “risposta forte sul piano politico”, l’ha definita Bonelli chiedendo al Parlamento italiano di discuterla senza “ipocrisie”.

Il riconoscimento dello Stato Palestinese

La mozione impegna il governo “a riconoscere la Palestina quale Stato democratico” al fine di preservare “nell’ambito del rilancio del processo di pace la prospettiva dei ‘due popoli, due Stati’. Ma anche a “promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele” e a “sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas“.

Leggete quanto segue e fatevi un’opinione, che non può prescindere tuttavia da un dato: senza la decapitazione di Hamas non è possibile nessun accordo. Sarebbe come chiedere che cessi la caccia ai vampiri che si sono annidati in una centrale dell’Avis.

Il piano arabo per la ricostruzione

Oltre alla “protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libanoscongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah; il pieno rispetto del dirittointernazionale umanitario“. Impegna il governo, inoltre, “a sostenere il cosiddetto ‘Piano arabo’ per la ricostruzione“, a “sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023″.

Stop armi a Israele e sanzioni anche ai coloni

Si chiede anche di “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamentidallo Stato di Israele”, a “sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania“. Inoltre, ad “esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania”, a “proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del governo di Israele, inclusa la sospensione dell’accordo di associazione EU-Israele“, a “dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale”, e infine a “sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte Penale Internazionale”.

“È il momento di agire”

“Il testo è aperto a tutte le forze politiche ma sin qui dal governo sono arrivate solo risposte di circostanza e di fronte a un massacro non possono esserci risposte di circostanza”, ha detto la segretaria del Pd EllySchlein durante la conferenza stampa. “Un’iniziativa doverosa perché è necessario tenere accesi i riflettori di tutta la comunità politica italiana e internazionale”, ha aggiunto il leader del M5s, Giuseppe Conte: “Quello che accade a Gaza è un crimine contro l’umanità. Non è un effetto collaterale di un’azione di guerra ma è un sistematico sterminio“, ha sottolineato. “Siamo davanti a qualcosa che ormai ci ha rubato le parole ed è arrivato il momento di cambiare passo, mentre qualsiasi cosa accada dal governo arriva sempre una risposta ipocrita”, ha evidenziato Nicola Fratoianni di Avs mentre Angelo Bonelliha dichiarato di avere “ritenuto necessaria una risposta urgente e forte. Non è più tollerabile non agire“, ha concluso.

Due brevi considerazioni a margine. A Conte andrebbe chiesto conto del doppiopesismo che usa quando parla di Putin e di Ucraina, rispetto a quando esterna il suo livore per Israele, Stato aggredito il 7 ottobre e che attende ancora il rilascio degli ostaggi (ormai pare siano più quelli che morti di quelli vivi). Due pesi e due misure per cavalcare l’onda populista e demagogica che poi è l’imprinting dei 5Stelle, altro che “uomo comune” di Giannini.

Alla Schlein andrebbe invece chiesto quanto sia pronta a sacrificare sull’altare del buon senso e della equanimità pur di galleggiare in un partito che non ha linea quasi su nulla in politica estera. Comodo attaccare Israele. Scandaloso non aver speso una sillaba sulla precondizione di riconoscere un popolo guidato da tagliagole.

FIN QUANDO A GAZA COMANDERA’ HAMAS NON POTRA’ ESSERCI ALCUNA PACE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna all'inizio